Una prestazione che non ha convinto tutti i tifosi nerazzurri. Forse, il sardo ci aveva abituati troppo bene
Negli ultimi due anni, quello che dovrebbe essere il vero campione del centrocampo nerazzurro si è reso protagonista di una leggera ma evidente flessione tecnica. Nicolò Barella è stato in generale meno incisivo in contesto offensivo (meno assist, meno goal, minore pericolosità negli inserimenti offensivi) e si è anche macchiato di qualche erroraccio di troppo nei passaggi chiave.
La qualità di base non si discute. Nelle partite importanti, come contro il Barcellona, il sardo ha in più occasioni preso in mano la squadra. Ma, rispetto alle premesse iniziali, ovvero al livello dei suoi primi anni in nerazzurro, sembra che Barella non sia riuscito a fare quel salto da giocatore forte a campione che molti si erano augurati o avevano previsto.
Anche contro il Monaco, nell’amichevole di venerdì 7 agosto, il sardo non è stato brillante e si è di nuovo incartato in certe soluzioni e in certi atteggiamenti che ne hanno limitato le potenzialità. Ecco il problema di Barella: mette in mostra una certa ripetitività nel gioco, che qualcuno già interpreta come un grave limite tattico.
Le critiche non possono basarsi sui numeri: Barella gioca tanto, e il suo, in un modo o nell’altro, lo fa sempre. Inzaghi gli ha anche cambiato un po’ ruolo. Per sfruttarne la versatilità, l’ex tecnico nerazzurro ne ha limitato l’estro, chiamandolo a preoccuparsi di più compiti. E così facendo ha ridotto di conseguenza la sua presenza offensiva.
Il sardo convince a metà
Ancora oggi le aspettative sono alte. Il sardo, a questo punto, però potrebbe anche aver già dimostrato di non poterne reggere il peso. Non può essere il giocatore che, quando la squadra è in difficoltà, trova nuove soluzione e spinge tutti alla più opportuna reazione. Lo ha dimostrato anche a parole, dopo la sconfitta contro il PSG in finale di Champions, quando si è lasciato andare a commenti di circostanza troppo diplomatici.

Lui stesso ha ammesso che c’è qualcosa che non va. In vecchie interviste ha dichiarato: “Mi dicevano che non ero il solito Barella”. Che, tradotto, vuol dire che anche i compagni e i membri dello staff gli hanno fatto notare di essersi fermato. E non è un caso che quest’anno il sardo non sia entrato nella lista dei trenta papabili per il Pallone d’Oro.
A nostro giudizio, contro il Monaco, Barella non ha sfigurato. Come Lautaro, si è preso la responsabilità di trascinare la squadra dopo l’espulsione di Calhanoglu. Ha dato dunque prova di maturità. Ha corso pure molto, anche se non era in condizioni fisiche brillanti. Ha provato anche a muoversi in modo diverso rispetto al solito. Chivu lo ha sfruttato come incursore, portandolo più vicino agli attaccanti. Il problema è che la squadra ha subito un sacco di contropiedi pericolosi, proprio perché il sardo lasciava Henrique da solo.
In gara l’ex Cagliari ha sprecato due buone occasioni e ha sbagliato molti appoggi. Ma nel bene e nel male ha dimostrato di restare il cuore pulsante del centrocampo. E poi c’è stato l’assist bello e funzionale per la rete di Lautaro.
Barella: quanto durerà la fase di stagnazione tecnica
I tifosi che hanno commentato la gara sui social hanno però rimproverato a Barella sempre le solite cose. Lo hanno accusato di essere stato per l’ennesima volta un po’ troppo presuntuoso in certe scelte. Così come di essersi di nuovo lasciato andare al leziosismo. In tanti gli hanno consigliato di tornare a produrre giocate più semplici e veloci. Con Chivu il centrocampista potrebbe tornare a incidere di più?
C’è qualcuno che avrebbe preferito venderlo, forse. Un tifoso ha per esempio ricondiviso la notizia data da Fabrizio Romano sul passaggio di Man dal Parma al PSV per 8,5 milioni, dicendo in sostanza noi abbiamo barella e loro si prendono uno della qualità di Man per una cifra ridicola… “Non è lo sviluppo che hanno le grandi squadre. Se vogliamo fare il salto di qualità devi mostrare più possesso palla cosa che noi non facciamo, e non lo facciamo perché c’è poca qualità nei piedi. Barella corre molto ma è imbarazzante per qualità e calha miky ormai bolliti“, si legge in un post.
Barella e Bastoni per fare il salto di qualità definitivo devono uscire dalla ” comfort zone” del sistema, della mattonellina, ben vengano compiti diversi e ruoli leggermente diversi
— Paolobroziovic88 (@paolobrozovic88) August 9, 2025
Hahahahahha 8.5 man
Noi barella https://t.co/UIzEgpaDNa
— houllebeqc fan account (@Tommy17777777) August 9, 2025
Una fase difensiva più efficace passa anche da una fase offensiva più intelligente e meno rischiosa. Barella alcuni errori pesanti.
— Serie B (@liottagio) August 9, 2025
Secondo me con la potenza di fuoco che abbiamo quest’anno in attacco, Barella dovrebbe avvicinarsi il meno possibile all’area avversaria. Resti dietro alternandosi con Sucic a coprire e costruire.
— Takayasu Kanduma (@roby_mazz) August 9, 2025
Per me, barella è dannoso. https://t.co/qMTVzaCg7o
— Vernauta_Diomede (@Vernauta28) August 9, 2025
Recuperato la partita dell’Inter. Difficile giudicare perché abbiamo giocato in 10 ma io vedo in generale una squadra molto perforabile e molto lunga. Barella lo vedo più vicino alla porta ma molto impreciso, e su questo deve lavorare di più perché dovrebbe essere uno da 10 gol
— Claudio (@Claudio4__) August 8, 2025
Va preso anche un centrocampista fisico e che segni, perché Barella fa ridere.
— Vernauta_Diomede (@Vernauta28) August 8, 2025
Alla fine, Barella è forte. E va perdonato anche quando commette qualche ingenuità o gioca poco concentrato. Bisogna preservarlo e tutelarlo. Chi lo critica lo fa solo perché vorrebbe vederlo esplodere e diventare un giovane Modric.