È approdato in nerazzurro poco più che ventenne, andandosene sei anni dopo
È la dimostrazione lampante di come si possa entrare, anzi scrivere la storia di un club senza aver mai vinto un trofeo con la maglia che lo rappresenta. 219 partite con l’Inter, 124 i gol realizzati per una media di uno ogni 117′.
Mauro Icardi è tutt’ora l’ottavo marcatore all time dell’Inter. L’argentino di Rosario è davanti a un certo Bobo Vieri (123 marcature) di una sola rete, ma rispetto a lui ha disputato 19 partite in più in nerazzurro: 219 contro le 190 dell’ex numero 32.
Icardi ha giocato nell’Inter per sei anni, dall’estate 2013 all’estate 2019. Il suo acquisto venne chiuso tra la fine di dicembre 2012 e l’inizio di gennaio 2013, con la Sampdoria che intascò circa 13 milioni di euro. È considerata come l’ultima grande operazione da proprietario e presidente del club di Massimo Moratti, che solo qualche mese più tardi cedette la maggioranza a Erik Thohir.

Il classe ’93 approdò ad Appiano poco più che ventenne e con i galloni del predestinato. Il suo primo allenatore che trovò ad attenderlo fu Walter Mazzarri, il quale senz’altro lo aiutò nel percorso di crescita.
Nella prima parte di stagione venne un po’ frenato da guai muscolari, nella seconda ingranò diventando un titolare dell’attacco interista. Concluse l’annata con 9 gol e 1 assist in 23 partite. Esplose definitivamente l’anno successivo: 27 reti in tutti, con 22 vinse la classifica capocannonieri. (farà poi il bis nel 2017/2018 con 29 gol).
Capitano dell’Inter dal 2015 al febbraio 2019
Due di queste le fece al Verona, nel match del 9 novembre che mise fine all’avventura di Mazzarri sulla panchina nerazzurra. Al suo posto arrivò Mancini, che nell’estate 2015 gli affidò la fascia da capitano, per una stagione – in pratica dopo Javier Zanetti – portata al braccio da Ranocchia.
Mancini e soprattutto Spalletti completarono la crescita di Icardi. Fu il secondo, nel febbraio 2019, a togliergli la fascia dopo la rottura con parte dello spogliatoio e con lo stesso allenatore di Certaldo. Di mezzo la questione rinnovo e l’eccessiva esposizione mediatica di sua moglie nonché agente Wanda Nara, al tempo presenza fissa al programma Mediaset chiamato ‘Tiki Taka’.
Nel frattempo all’Inter era arrivato Beppe Marotta, scelto da Steven Zhang in persona per organizzare e strutturare la società. Insomma, per cominciare a vincere davvero dopo aver riconquistato il posto in Champions. A fine stagione Spalletti venne mandato via per far posto ad Antonio Conte, ma ormai per Icardi non aveva più alcuna chance di tornare nei piani del club.
Quella del 26 maggio 2019, contro l’Empoli – sbagliò un rigore ma Handanovic (il nuovo capitano) e compagni vinsero lo stesso per 2-1 riqualificandosi in Champions – non fu solo l’ultima giornata di quella Serie A, ma anche la sua ultima partita in nerazzurro. Era rientrato ad aprile, dopo che per quasi due mesi si era tirato fuori a causa di problemi al ginocchio probabilmente reali fino a un certo punto.
Al PSG non lasciò il segno
Alla fine del mercato estivo 2019, dopo una lunga opera di persuasione da parte della stessa Wanda Nara e di intermediari a lui vicini, l’argentino si convinse ad andare via accettando di traslocare al PSG in prestito con diritto di riscatto, che i francesi esercitarono nel maggio 2020 ottenendo un piccolo sconto.
Icardi diventò a tutti gli effetti del Paris Saint-Germain per 50 milioni di euro più 8 di bonus. Fu la prima grande plusvalenza di Marotta in qualità di Ad nerazzurro. A Parigi conquistò 7 trofei, di cui 2 Ligue 1, segnando 38 gol. Ma non lasciò il segno, non scrisse la storia come fatto con l’Inter, nonostante tutto…