Il lavoro del tecnico prima sulla testa del gruppo

È vero che i campionati si vincono portando a casa qualche scontro diretto, e fin qui non ci siamo visto che l’Inter ha battuto solo la Roma perdendo tutti gli altri, ma è altrettanto vero che si vincono… Vincendo partite come quella di ieri col Genoa. Partita che nel gergo calcistico vengono definite sporche: si soffre, magari solo nel finale, però alla fine si prendono i 3 punti.
Tre indizi fanno una prova, anzi tre vittorie sporche – e anche un po’ fortunate con riferimento anche a quelle di Verona e Pisa, sono la prova di come Chivu sia riuscito a ridare mentalità e voglia di tornare a vincere a questa squadra. Mentalità, e soprattutto voglia di vincere messa in forte discussione dopo la drammatica finale di Champions col Psg.
E un’estate, senza dimenticare che al Mondiale per Club l’Inter è stata eliminata dal Fluminense, a dir poco tormentata per un mercato non andato secondo quanto sperato da Chivu. Il tecnico aveva in mente un’Inter diversa, ma è più o meno con la stessa che è dovuto ripartire prima di fare qualche accorgimento tattico e tecnico, e qualche scelta più o meno forte.
Dalla difesa, vedi Bisseck, al centrocampo (Zielinski più centrale nel progetto) fino all’attacco dove Lautaro resta il fulcro attorno a cui ruotano gli altri, in attesa di rivedere il vero Thuram con una certa continuità. Chivu ha messo e sta mettendo del suo in questa Inter, ma soltanto dopo aver lavorato sulla testa del gruppo. Bisognava ripartire, e pur tra mille difficoltà, la squadra è ripartita riprendendosi la testa della classifica otto mesi dopo l’ultima volta.





