Mercato Inter, cessioni dolorose ma inevitabili: ‘post scriptum’ di Branca

Marco Branca - Getty Images

CALCIOMERCATO INTER TAGLIO AL PASSATO BRANCA MORATTI / MILANO – Il passato non si dimentica, ma guardare avanti è un diritto-dovere sacrosanto per la società nerazzurra e per tutti i suoi tifosi. I tempi sono maturi, il calcio italiano è cambiato, forse in peggio, ma una ragione bisognerà pur farsela. Lo ha ribadito Branca, ma ormai è a conoscenza di tutti i beni informati. L’Inter spendacciona e vincente di qualche anno fa non c’è più, è sparita nel vortice della crisi economica che sta attraversando l’Italia intera, calcio compreso. ‘Cessioni dolorose ma inevitabili’, post scriptum del direttore tecnico nerazzurro. A torto o a ragione, così è. Adeguarsi, riflettere, e ripartire. E’ il diktat dell’Inter, vendere per acquistare. Ecco spiegato, lo stop all’arrivo di Silvestre. L’argentino è stato fermato al ‘casello’ autostradale, prima di lui dovrà partire Lucio, che aspetta e valuta la proposta del Fenerbahce. Stesso discorso per Maicon. Il suo addio (se ne parla da almeno 6 anni) aprirà le porte a quello di un nuovo laterale destro. Si fa il nome di Debuchy, apprezzato giocatore del Lille, per il quale potrebbe scatenarsi una folta concorrenza straniera, Real su tutti. Centrocampo e attacco, si pensano a delle alternative, in particolare per Destro. L’attaccante è diventato di proprietà anche del Siena, oltre che del Genoa. Affare complicato, tortuoso, perlpiù dispendioso. Sempre economicamente parlando. Anche qui, prima occorrerà piazzare, con il serio rischio di svendere e di rimmeterci di tasca propria, sia Forlan che Pazzini. Entrambi senza mercato, in attesa che qualcosa si muovi sul fronte sudamericano (per l’uruguaiano) e su quello italo-francese (per il bomber ex Samp). Tenendo d’occhio a quel che potrebbe accadere per Ranocchia e Sneijder. Incedibili sì, ma solo se le offerte non saranno di gran valore. Altrimenti, potrebbero essere loro due, le cessioni dolorose di cui ha parlato ieri Marco Branca.

 

Raffaele Amato

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