Inter: non chiedetegli miracoli

Andrea Stramaccioni - Getty Images

INTER ANDREA STRAMACCIONI FUTURO TIFOSI / MILANO – E’ vero. Al 31 agosto, ultimo giorno del mercato, mancano ancora quindici giorni. E’ forse presto per dare dei giudizi o delle sentenze. Fermiamoci qui, allora. A oggi, 16 agosto. Che squadra è l’Inter, completa? Si direbbe di no, analizzando attentamente la rosa. Giocatore per giocatore. La rivoluzione tanto sperata non è avvenuta. In parte, tra i pali, oppure con il ritrovato Guarin. Poi, nient’altro. La rosa non è stata rinforzata in molti ruoli chiave, è rimasta ancorata ai vecchi capisaldi. Tra i quali, gli ‘anziani’ Samuel, Cambiasso e Zanetti. E si potrebbe aggiungere anche Milito. Hanno dato tanto alla maglia nerazzurra, fino all’ultima goccia di sudore. Se avranno ancora da dare lo vedremo più in avanti. Certo, la scorsa stagione non è stata molto incoraggiante, anzi.

La novità di rilievo per i tifosi e non, è rappresentata da Andrea Stramaccioni. Giovane e adulto allo stesso tempo, ambizioso e tatticamente molto preparato. Un allenatore vero. Non un mago, o uno stregone. E’ giusto ribadirlo questo concetto, visto che qualche tifoso, o altri, potrebbe dimenticarlo nelle settimane a venire. Un tecnico, qualsiasi, anche il più bravo, vince, o può sperare di farlo, solo se la società costruisca per lui una squadra all’altezza, e in perfetta sintonia con le idee e il progetto del proprio leader della panchina. Altri discorsi, non corrispondono alla realtà. Lo dimostra la storia del calcio: dal Brasile dei cinque mondiali, al Barcellona di Messi (e poi di Guardiola), al Milan di van Basten (e poi di Sacchi), per finire all’Inter di Eto’o e Milito (e poi di Mourinho).

I protagonisti, nel bene o nel male, sono esclusivamente i giocatori. Insieme a loro, le società. Che sono le responsabili della composizione di una squadra, forte o scarsa che sia. L’allenatore è chiamato a costruire un ‘insieme’, una programmazione comune. Ma senza la materia prima, senza i campioni, può, alla fine dei giochi, fare ben poco. Se a Madrid arriva Modric, a Manchester van Persie, fin dalla partenza sappiamo tutti che entrambe le squadre arriveranno alla fine di ogni manifestazione. Che saranno competitive. Perché la differenza la fa il campione, la sua personalità e la sua giocata. E, oltre a lui, la campagna acquisti. Per questo, e per altro, sarebbe sbagliato chiedere  un ‘miracolo‘ al tecnico nerazzurro. Stramaccioni farà, quel che potrà.

 

Raffaele Amato

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