Inter: tenori contro soprano, sfida all’ultimo gol

Edinson Cavani e Diego Milito (Foto 'Facebook')

INTER TENORI CONTRO SOPRANNO SFIDA ULTIMO GOL / MILANO – Platea di re, regine e imperatori. Non temete, non parliamo di Adriano, il brasiliano per fortuna o iella è giù in Brasile a fare chissà cosa. I protagonisti sono, lo saranno, i giocatori di Inter e Napoli. Domenica sera, stadio ‘Meazza’: sfida scudetto, o quasi. Sfida fra grandi, fra chi vorrebbe diventare grandi. Più forti, più bravi della vecchia signora, che ritroverà il suo Conte – ritornerà dopo la squalifica per omessa denuncia – ma non potrà fare affidamento, né oggi né nel prossimo futuro sui tenori di Mazzarri, felice dei suoi ma eccessivamente ansioso, e sui soprano di Stramaccioni. Per ordine di esperienza, Milito. E poi, sponda opposta, Edinson Cavani. Argentina contro Uruguay, ‘Principe’ contro ‘Matador’. Guerra di nervi, sarà. E di gol: 7 del cannoniere di Bernal, implacabile pallottoliere a Torino contro i bianconeri, 19 del ‘Canibal’ celeste e azzurro, dipende dall’occasione. Colossi, insomma. Centravanti di razza e di spessore, di personalità e bravura: classe e reti a grappoli. Milito manca all’appello del tabellino da ben quattro gare, proprio, manco a farlo apposta, dalle 2 sviolinate con la Juventus; Cavani invece, è in forma smagliante, voglioso, ansioso di decidere e trascinare i suoi compagni alla conquista del sogno di ogni napoletano: lo scudetto. Che poi è anche quello dei tifosi interisti, mica fessi. Tenore e soprano, loro. E gli altri?

FESTA DEL GOL – Sudamericani, è qui la festa. Pure macedoni, slovacchi e italiani. Gli altri che componeranno l’orchestra del ‘Meazza’ sono noti: Hamsik, cognato di Gargano, se a qualcuno interessano i pettegolezzi, bello e divino con le piccole, un timido agnellino con le grandi. Sette gol in stagione, il record personale è di 13 (2010-11), zero a Lazio, Juventus e Milan. Uno alla Fiorentina, l’altra delle nuove sorelle. Luci tante, e qualche ombra per il ‘marekiaro’ di Banská Bystrica adottato sei anni fa dalla piazza napoletana. Anni di crescita, di maturazione fisica e tecnica. Leader lo slovacco, nessuno può mettere in dubbio le sue qualità: gli manca però lo scrocchio delle dita, la super prestazione in una partita che conta, che può togliere o che può dare. Discorso sincrono per Antonio Cassano, gigioneggiante da quando è all’Inter (5 centri), anche se come il centrocampista a mo’ di cera, ‘Fantantonio’ ha steccato le sfide contro Milan, sua ex, e Juventus, con cui non c’è un gran feeling.

Tempo e modo per parlare di Palacio, e dei suoi 10 gol realizzati finora, più dell’idolatrato ‘Principe’, pur essendo stato per molto tempo fuori per infortunio. L’attaccante con la treccia – inguardabile, qualcuno dovrebbe dirglielo – è il calciatore che più potrebbe mandare allo sbaraglio la difesa azzurra, non imperforabile: 12 gol subiti, 5 di questi in trasferta. Altra sponda, altri attaccanti. Poco goleador, Pandev (ex bistrattato) e Insigne, 3 sigilli a testa. Occhio, di burro, molto più di quella di Mazzarri, è la difesa dell’Inter, in 15 partite di campionato ha al passivo ben 16 marcature, di specchio 27 all’attivo. Luci e tifo speciale per una partita delicata, equilibrata ma terribilmente affascinante.

 

Raffaele Amato

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