Inter, Milito si racconta: “Dall’arbitro che rideva ai discorsi con Strama e Cassano”

Diego Milito (Getty Images)

INTER, PARLA DIEGO MILITO / MILANO – Fa doppiette anche fuori dal campo. Seconda parte d’intervista all’argentino col maledetto vizio del gol. 72 con la maglia nerazzurra, 230 in carriera. Un pallottoliere, un numero uno, anche se è il 22 che identifica la sua indiscutibile bravura. Diego Milito, per tifosi e non, il ‘Principe’. Raccontaci… : “Ho costruito una grande carriera finora, in Italia sono stato davvero bene: qui mi fanno sentire come a casa, sarà sempre grato a questo straordinario Paese. Ho cominciato a 6 anni a giocare a calcio. Sono nato con un pallone, ho sempre e solo giocato in un unico ruolo: da attaccante!“. Inaspettata, la rivalità con suo fratello Gabriel. Divisi in campo e nel tifo: “In un derby, Racing Avellaneda (la sua squadra)-Independiente, litigammo in campo come se stessimo sul divano di casa: lui fece fallo e l’arbitro lo ammonì; mentre io chiedevo il rosso, l’arbitro se la sghignazzava: i compagni cercavarono di separarci, inutilmente. Finì 1-1″. Finalmente poi, l’Inter: “Ho avuto la fortuna di arrivare nel migliore anno della storia di questo club: sono contento di aver fatto parte della squadra che ha vinto tutto, il magico triplete. Le sfide più belle? I derby! Il più bello è stato il primo: vincemmo 4-0 in agosto contro il Milan con dei gol bellissimi, ma anche quello del ritorno fu splendido: in dieci per l’espulsione di Wes vincemmo 2-0. Difficile invece, scegliere il gol più bello – ha aggiunto – La doppietta in finale di Champions è stata stupefacente, in quel momento ho realizzato un sogno. Ma anche quello di Siena è stato speciale…”. Un po’ si rassomigliano Cassano e Strama, stesso modo di fare egocentrico e diretto. Il ‘Principe’ dice la sua: “Antonio è incredibile; quando arrivò gli dissi che finalmente giocavamo insieme dopo essere stati avversari sia Genova sia in Spagna. Abbiamo un ottimo rapporto, scherziamo sempre… Il mister mi ha dato grande fiducia fin dal primo giorno, dicendomi che ero il suo centravanti. Io lo ringrazierò sempre e cercherò di ripagarlo ogniqualvolta metterò piede su di un campo da calcio”, ha concluso l’argentino.

 

Raffaele Amato – Maurizio Russo

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