Inter, il ‘diavolo’ nella testa

Antonio Cassano (Getty Images)

INTER, IL DIAVOLO NELLA TESTA / MILANO – La trasferta arriva nel momento meno opportuno, ma non potrà essere evitata. Giocare a Cluj giovedì sera, impedirà all’Inter di potersi allenare, nel vero senso della parola, in vista della partitissima di domenica sera. Il derby, la sfida che potrà rilanciare o ulteriormente affossare ambiente e obiettivi della squadra nerazzurra. Quella col Milan, terzo a pari punti con la Lazio – in vantaggio sui rossoneri nello scontro diretto – potrebbe, come avvenuto più volte in passato con altri tecnici, chiudere la porta in faccia a Stramaccioni o riaprire, nei suoi confronti, il portafogli dei sorrisi del presidente Moratti, sensibilissimo alla stracittadina e al duello con la Juventus.

In Romania l’allenatore romano si è portato con sé i migliori calciatori possibili, perché pur avendo ipotecato all’andata l’accesso agli ottavi, 2-0 il risultato con la nota stonata del grave infortunio di Milito, è intenzionato a evitare tracolli inaspettati, o semplici e barbine figure internazionali. Come a Kazan, nel girone di Europa League. Inevitabilmente, però, la testa dei giocatori sarà altrove, precisamente a domenica, precisamente al Milan di Allegri. Impegnato mercoledì sera contro il Barcellona, un match che succhierà energie mentali e fisiche a El Sharaawy e compagnia bella, favorendo, in teoria, le speranze di risalita dell’Inter ‘stramaccioniana’: i nerazzurri, se riusciranno a gestir bene il ritorno europeo contro i rumeni, evitando di fare una gara in affanno o in rincorsa, potrebbero arrivare alla partitissima del ‘Meazza’ con una condizione fisica migliore di quella del ‘diavolo’, condizione (ai minimi termini) che ha indubbiamente influito contro la Fiorentina.

Stramaccioni farebbe bene, quindi, a utilizzare con parsimonia i giocatori più importanti, a non ‘spomparli’ troppo contro i morbidi rumeni. Guarin, Gargano e Cambiasso, per fare tre nomi del centrocampo. E i due superstiti del reparto offensivo: Cassano e Palacio. Soprattutto il barese, quasi mai brillantissimo a cavallo dei due ravvicinati impegni. Superare gli ottavi e vincere il derby: l’Inter può fare l’en plein, perché nei momenti di grande difficoltà, negli anni scorsi e in questa stagione, è sempre riuscita a dare segni di vita. A patto che società, allenatore e giocatori remino tutti nella stessa direzione. Forse è chiedere troppo, o forse no.

 

Raffaele Amato

 

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