Inter, gli errori di Fassone e il bieco mirino della Curva Nord

Marco Fassone (Getty Images)

INTER FASSONE CURVA NORD / MILANO – Due errori grossolani che avrebbe dovuto evitare un dirigente navigato e importante come lui: Marco Fassone nell’occhio del ciclone. Il direttore generale dell’Inter, in carica da circa un anno, è stato ironicamente criticato dalla Curva Nord ieri sera in occasione della semifinale di Coppa Italia contro la Roma. La quale ha esposto uno striscione abbastanza eloquente, nel quale alla frase ad effetto, “Fine stagione… tempo di bilanci e conclusioni. Cominciamo oggi: per questo quali sono le spiegazioni???“, è stata allegata la foto che ha fatto più discutere nelle ultime settimane….

Il manager di Pinerolo, al tempo in cui fu scattata la foto, ricopriva nella Juventus il ruolo di ‘Direttore Esecutivo Area Stadio, Marketing e Vendite’, carica dove riscosse molto successo, tanto da attirare su di sé la stima del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, il quale lo convinse nel 2010 a diventare Direttore Generale del suo club. Sullo scatto ‘incriminato’ occorre fare una riflessione: un dirigente di grande livello come Fassone, assunto da Moratti per favorire la costruzione dello stadio di proprietà attraverso investitori stranieri, avrebbe (forse) dovuto evitare di farsi ritrarre in simil atteggiamento da ultrà scatenato, poco conforme alla sua persona e alla carica ricoperta. Soprattutto perché, questo lo saprà anche lui, gli amori nel calcio, in particolare quello tra dirigente e club, durano il tempo di una granita al chiosco, fatte salve rare eccezioni. Ha commesso un grave errore, perdonabile di certo, a identificare (in maniera volgare, ndr) la sua immagine con quella della Juventus, visto poi il successivo trasloco a Napoli e infine Milano.

Moratti con Kamchi Li e Kenneth Huang (Inter.it)

Ma lo sbaglio più austero commesso in questa stagione dal dottor Fassone, unitamente a Moratti, è stato un altro: aver trattato, e portato alla luce con tanto di comunicato ufficiale, la trattativa con il misterioso uomo d’affari cinese, tale Kenneth Huang. Il quale, attraverso la presunta acquisizione del 15 per cento delle quote, avrebbe dovuto rifocillare le casse dell’Inter di circa 55 milioni di euro. Come sottolineato successivamente da Interlive.it (leggi quileggi qui), il faccendiere dagli occhi a mandorla era solito – a proposito: che fine ha fatto? – addentrarsi furbescamente nel mondo pallonaro (termine quest’ultimo quantomai appropriato) per poi fuggire lasciando tutti con un candelotto in mano. Ebbene, un dirigente così esperto come Fassone, che tra l’altro conosce bene la Cina per aver favorito in prima persona nel Paese orientale la creazione del primo ‘Juventus Club’, avrebbe dovuto informarsi in maniera approfondita prima di far firmare al suo presidente un accordo (con tanto di foto sorridente), rivelatosi poi fasullo, con tale Kenny Huang (sul fronte stadio-CRCC non si conoscono i precisi motivi sull’intoppo della trattativa). La sua pesante svista è costata una barbina figura a Moratti, non immune da colpe, e alla stessa Inter.

BIECO MIRINO – La Curva Nord prima della gara con la Roma ha esposto alcuni striscioni polemici contro la società. Ma la tifoseria organizzata, anziché attaccare Fassone – non il responsabile dello sfacello tecnico, oltre che degli errori sul mercato – avrebbe dovuto ‘mirare’, se proprio doveva contestare qualcuno e qualcosa, il direttore dell’area tecnica interista, Marco Branca, stranamente non coinvolto, e il presidente Massimo Moratti, il cui nome non è apparso su nessuno dei tre striscioni, principali artefici delle ultime storture gestionali e  ‘mercatare’.

 

Raffaele Amato

Impostazioni privacy