Inter, Simoni sul passato: “Volevo Batistuta-Bierhoff, arrivò Ronaldo. Baggio…”

Gigi Simoni (Getty Images)

INTER GLI ANEDDOTI DI SIMONI / MILANO – Non una corazzata, non una squadra colma di top player. All’Inter di Gigi Simoni bastava Ronaldo, la classe di Djorkaeff, il temperamento di Diego Simeone, la generosità di Ivan Zamorano, la costanza, forza e strapotere atletico di Zanetti. Intervistato da Sky, l’ex tecnico nerazurro, racconta parecchi aneddoti della sua avventura milanese,partendo proprio dal rapporto con Moratti: “Io avevo un debole per Batistuta e lo chiesi a Moratti. L’idea era di giocare con due punte: Batistuta e Bierhoff. Ma poi il presidente mi disse della possibilità di prendere Ronaldo e così fu. Era una gioia, lo andai a vedere un paio di volte a Barcellona: giocatore eccezionale”.

BAGGIO, RECOBA E L’ADDIO DI MORATTI – Tra i fenomeni transitati all’Inter, c’è stato anche Baggio: “Baggio? Io volevo un centrocampista come Boghossian, ma mi dissero che si poteva acquistare lui. Come potevo dire di no a Baggio? E così mollammo Boghossian. Moratti non mi ha mai fatto pressioni sulla formazione o domande scomode. Tant’è che lui stesso, nelle interviste, ripete spesso che cacciarmi durante il campionato fu un errore. Il presidente mi chiamò qualche tempo dopo l’esonero. L’unica volta che mi espose delle perplessità fu prima del match col Real Madrid a Siviglia in Champions. Io volevo lasciare fuori proprio Baggio, ma comunque giocavamo con due punte come Zamorano e Ronaldo. Per la stampa, scelsi Milanese al posto di Baggio…”. Il figliol prodico Recoba: “Era un pallino del figlio giovane di Moratti. Lo presero loro”. Intanto Moratti ha ceduto la società: “A me dispiace tantissimo che Moratti abbia venduto la società a Thohir. Quando ci faceva visita al sabato prima delle partite era sempre un piacere, il primo tifoso dell’Inter. Non sono tutti così, anzi. Per fare il presidente di una squadra di calcio bisogna avere passione prima di ogni altra cosa. Sapeva gestire il club, era molto paziente. Magari non lo è stato tanto con me…”.

L.P

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