Corso: “Grande Inter? Squadra unica, doveva vincere. Vi racconto la prima Champions”

La Grande Inter
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INTER COPPA CAMPIONI MARIO CORSO / MILANO – Esattamente cinquant’anni fa, l’Inter conquistava la sua prima Coppa dei Campioni sconfiggendo il Real Madrid in finale. Il leggendario Mario Corso, che visse da protagonista quella grande annata culminata con il trionfo europeo, ha rievocato i propri ricordi in un’intervista concessa al sito ufficiale nerazzurro: “L’Inter di quel periodo era un gruppo compatto, valido e coeso, con tanti campioni a disposizione. Il presidente, Angelo Moratti, fu molto bravo ad amalgamare la nostra compagine. Abbiamo vinto tutto e non poteva che andare così, eravamo fortissimi. Come andò la competizione? Una volta non c’erano i gironi, se non si vinceva si tornava a casa: noi abbiamo iniziato con l’Everton e all’andata è finita 0-0. Giocare con le inglesi è sempre stato molto difficile, ma poi a ‘San Siro abbiamo vinto 1-0. Ci ritrovammo contro il Monaco e in casa vincemmo nuovamente per 1-0: il ritorno si disputò a Marsiglia perché lo stadio del Monaco aveva avuto dei problemi, e vincemmo 3-0 con due gol di Mazzola ed uno di Suarez. Dopo il Monaco ci toccò il Partizan Belgrado, e all’andata dovemmo giocare nel loro stadio: vincemmo 2-0 ma poi ci fu un’invasione di campo e tutti fuggimmo, Picchi e Guarneri restarono lì ad affrontare la folla. Al ritorno segnammo io e Jair. Arrivò la semifinale con il Borussia Dortmund, all’andata eravamo in Germania e stavamo perdendo 2-1, poi ho segnato io il 2-2. A ‘San Siro’ invece dominammo noi e vincemmo per 2-0. Volevamo troppo quella finale, e siamo riusciti a prendercela.
Ormai ci restava davanti soltanto il Real Madrid. Era una squadra leggendaria, avevano un grandissimo attacco composto da Di Stefano, Puskas e tanti altri. Quella partita la ricordo con tanta emozione, la porterò sempre dentro di me perché è un po’ più speciale di tutte le altre. Per noi, quella Coppa dei Campioni fu solo l’inizio di tante altre vittorie, eravamo davvero una squadra unica”.

Alessandro Caltabiano

 

 

 

 

 

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