La migliore Inter per Hernanes-Kovacic

Mateo Kovacic
Mateo Kovacic

INTER KOVACIC-HERNANES / MILANO – Avversari comodi come lo Stjarnan si incontrano una volta sola, e comunque prima che inizi la stagione vera. E’ a Torino, infatti, che sono riemersi tutti i problemi dell’Inter, molti dei quali gli stessi che l’accompagnano da alcuni anni. Parliamo del più recente, ovvero della convivenza tra Hernanes e Kovacic. Partendo da un punto: da trequartisti, con una squadra priva di geometrie e ritmo nel cuore del campo, non si possono vedere. Entrambi giocano solo con palla fra i piedi, spesso arretrando e quindi schicciando all’indietro il baricentro della squadra, con Icardi predicatore nel deserto offensivo, contro i due centrali avversari.

Hernanes e Kovacic non sono dei trequartisti, questo l’avrà capito anche un bambino: fanno fatica a fare da “collante” tra centrocampo e attacco, non inserendosi mai negli spazi come un vero fantasista moderno dovrebbe. Più lento il brasiliano, più incostante il croato. Non sanno dare scossa e poche volte tentano il tiro. Sono due mezz’ali ma purtroppo usano lo stesso piede, il destro. L’Inter di Torino, piatta in mezzo e con un solo centravanti che ancora non sa proteggere palla e agire di sponda, non ha prodotto e non può produrre calcio.

Meglio cambiare, soprattutto a centrocampo, per consentire la coesistenza tra i due. Idea tattica tra l’altro già proposta da Mazzarri nella passata stagione. Quindi non ci inventiamo nulla: un centromediano a dividere i due della rosa con maggiori qualità, più due laterali di spinta. Dodò è da verificare perché sulla fascia non affonda quasi mai, preferiamo Nagatomo (con tutti i suoi limiti) a sinistra e uno tra Jonathan e D’Ambrosio a destra, a meno che non si voglia puntare su Mbaye (sarebbe sorprendente se ciò accadesse). Davanti le due punte, un obbligo tenuto conto che manca un centrocampista d’inserimento da almeno 10 gol a stagione: Icardi con Osvaldo, aspettando l’indispensabile Palacio. La migliore Inter pro Hernanes-Kovacic che ci viene in mente, è pressoché questa: e senza Rolando, i nomi dei tre difensori sono scontati.

Raffaele Amato

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