Inter, Ausilio: “Con undici Mazzarri in campo vinceremmo 3-0”

Piero Ausilio

 

INTER AUSILIO INTERVISTA/MILANO-Periodo sicuramente non positivo per l’Inter, ma i suoi dirigenti cercano di fare da parafulmine, in attesa dell’arrivo di Thohir nei prossimi giorni.
In una settimana delicatissima e importante, dove venerdì a Nyon si dovrà portare un progetto, che salvaguardi da problemi e multe “europee”  la società nerazzurra, c’è anche da salvare tecnico e squadra dagli strali di una tifoseria, che sembra non poter più sopportare il tecnico toscano.Dopo l’intervento di Marco Fassone alla Domenica Sportiva, è stata la volta di Piero Ausilio cercare di difendere squadra e tecnico. durante la trasmissione di TeleLombardia “lunedì di rigore”. Ecco le parole che il dirigente ha detto durante questa intervista.
Prima domanda riguarda il mercato deficitario, soprattutto nel reparto offensivo e il fatto di avere solo tre punte e questa è stata la sua speigazione: “Tutto quello che è stato fatto è stato fatto in pieno accordo con tutte le componenti, compreso lo staff tecnico. Assolutamente. Perché nei moduli che ha in testa il mister prima e seconda punta possono giocare in maniera diversa a seconda di come vanno in campo. C’erano Palacio e Osvaldo. C’era Icardi su cui si è puntati dritti. Poi è rimasto Guarin. Ci sono i giovani che magari non sono subito pronti ma sono giocatori di talento: se ne metti troppi di giocatori in una rosa è difficile trovare spazio. So che i tifosi vogliono vincere, ma vedere questi giovani poter crescere è un nostro dovere. Abbiamo 26 giocatori nella lista e sono sufficienti. Il problema è che Palacio non è ancora in forma, non potevamo immaginare dell’infortunio alla caviglia che è andato oltre i tempi. L’infortunio ad Osvaldo è arrivato in un momento in cui stava facendo benissimo. Rodrigo tornerà lui e giovedì Osvaldo tornerà per giocare in EL. Icardi è giovane può fare altrettanti gol. Ci sarà anche Guarin e non ci saranno problemi. Se a dicembre ci saranno valutazioni da fare diverse faremo qualcosa di diverso.

La seconda domanda, riguardava la situazione economica dell’inter, in vista del mercato e se ci si deve aspettare ancora l’acquisto di giocatori low cost, o se finalmente ci sarà una campagna acquisti più movimentato e interessante e questa è stata la sua risposta:”La disponibilità era quella che si è vista. Inutile nascondersi dietro false promesse. C’erano obiettivi economici che erano quelli di abbassare l’ingaggio e la prima squadra ci costa 70 mln di euro. Quattro anni prima costava, al di là della qualità, 180 mln. Se perdi tutte queste possibilità economiche anche il valore diventa conseguenza di questo tipo di atteggiamento. Abbiamo lavorato tenendo conto del FFP e da questo non si poteva scappare. Il nostro lavoro è trovare delle soluzioni. Fa parte del mio modo di essere trovare soluzioni, abbiamo cercato di trovare quei calciatori che sul mercato c’erano a disposizione tenendo conto delle nostre possibilità. Sarebbe stato più facile se avessimo avuto venti mln di euro. Abbiamo fatto operazioni potenziali come Dodò, abbiamo portato un ragazzo del ’92 che è stato convocato dal Brasile. Abbiamo fatto operazioni come Icardi e Kovacic che si stanno confermando. Osvaldo non si può discutere e noi lo abbiamo preso con un diritto di riscatto a sette mln, alla juve era di venti mln. Abbiamo comprato Medel e lo pagheremo a rate comode. E pensiamo ancora che questa squadra può competere per gli obiettivi iniziali. Migliorare il quinto posto, fare di tutto per tornare in Champions. Obiettivo che è anche di altre squadre. Il nostro dovere è provarci fino all’ultima giornata, sono convinto che possiamo farlo.”

Scherzosamente gli viene chiesto che ore sono all’Inter e questa è stata la sua dichiarazione in  merito: “Siamo tra le quattro e le cinque. Abbiamo un’alba un po’ ritardata (sorride.ndr). Io sono ottimista per un motivo semplice e per questo sosteniamo questo progetto convinti che arriverà la luce. Vedo Mazzarri lavorare tutti i giorni so quanto si dedica alla causa dell’Inter con carica e determinazione. Penso a Paratici e Bigon che hanno condiviso prima di me il tecnico e vi dicono la stessa cosa. E’ un grande lavoratore, un allenatore che da queste difficoltà uscirà, ha le capacità per farlo e in tutti gli anni alla fine ha centrato quello che gli era stato chiesto, come ha fatto all’Inter l’anno scorso. Era vice campione d’Italia dietro alla Juve quando è arrivato all’Inter ed era un allenatore ambìto da diverse squadre, anche a Roma avevano interesse per lui, riusciamo a portarlo a Milano. Moratti lo convince, Thohir lo conferma: è un allenatore legittimato perché ha dimostrato nella sua carriera, ha saputo dimostrare di valere. E’ partito tutto da quest’anno. Ha fatto un anno, è arrivato quinto e abbiamo cambiato 10 giocatori, alcuni storici, che non sono facili da sostituire. Non li abbiamo sostituiti con giovani costosi, ma con giovani di talento: Dodo, Icardi, Kovacic che si sta affermando con continuità. Abbiamo giocatori che dovevano riproporsi per un certo tipo di campionato e aspettative importanti come quelle per Osvaldo. Abbiamo scelto forse solo la strada più lunga. Il mister deve tirare fuori il meglio, ma gli serve tempo. La preparazione dopo il Mondiale è sempre particolare e non puoi pensare di avere tutte le risposte a settembre. Siamo convinti del progetto e arriveranno i risultati.”

L’obiettivo della società è di pareggiare il bilancio entro il 2019, ma i tifosi vogliono sapere quanto dovranno attendere, per poter almeno competere non solo per un posto nelle coppe, quindi massimo 3° posto, ma per lottare per lo scudetto e questa è stata la spiegazione di Ausilio in merito: “Si vive cercando di costruire. I giovani diventano giocatori migliori. Fra due anni i ragazzi avranno un’altra esperienza, diventeranno qualcosa di diverso tra qualche mese, hanno potenziale e poi a loro saranno aggiunti altri giocatori. Non abbiamo una data per vincere sappiamo come vogliamo arrivarci, con la progettualità. Il club deve essere sano e in grado di autofinanziarsi, servirà pazienza, ma penso che il calcio possa regalare sensazioni positive, è imprevedibile, e magari vinciamo prima del 2019, magari la strada si accorcia. Quando la Juve ha detto che avrebbe vinto dopo cinque anni lo ha fatto seguendo una logica. Quando si aprono questi cicli vincenti ci si arriva comunque attraverso la programmazione e sono arrivati trofei dal 2010 al 2011 perché abbiamo vinto anche dopo il 2010, siamo arrivati secondi l’anno dopo, abbiamo perso un derby con una situazione particolare, con gli argentini che tornavano dalla Nazionale ed erano tanti, avevamo messo paura al Milan, siamo arrivati secondi, abbiamo vinto la Coppa Italia e sembra che abbiamo vinto venti anni fa. Abbiamo cambiato tanto, abbiamo chiuso un ciclo, la poteva gestire in maniera soft, ci poteva essere comodo continuare con quei giocatori come Cambiasso, Milito, Samuel, ma abbiamo tagliato con il passato, abbiamo abbassato l’età media, ma avremo un ritorno.”

Naturalmente, scontata e scomoda, la domanda sulla situazione di un’Inter che ha perso la sua identità e soprattutto, sulla permanenza di Mazzarri sulla panchina nerazzurra, nonostante una situazione deficitaria, Ausilio si è salvato rispondendo così:” Mai l’avrei detto, nel senso che poi parlare degli assenti non va bene, però stanno giocando sempre gli stessi e gli infortuni sono tutti concentrati sugli esterni che è il reparto più importante per il suo gioco. Non è un caso che non fai risultato se ti mancano tutti e tre gli esterni, fai fatica a vedere situazioni propositive perché nel gioco di Mazzarri è tutto organizzato nel lavoro predisposto della settimana. Quando si gioca una partita ogni tre giorni non ci si allena. Io sono con la squadra ogni giorno e in termini di lavoro il tecnico ha potuto fare poco e per lui è un problema perché lui come Conte incide attraverso la preparazione e il lavoro in settimana. Giochi sempre con gli stessi undici, con Obi fuori ruolo in una fascia. Dodo ed Hernanes sabato non dovevano giocare, non si sono allenati, avevano problemi fisici, non si sono mai messi la maglietta fino al sabato sera. Hernanes lo abbiamo rischiato, abbiamo rischiato un infortunio più grave, ma oltre ai quattro primavera, avevamo a centrocampo solo lui. Sono colpe che Mazzarri non ha.”

Dopo aver parlato di Mazzarri, si chiede delucidazioni al dirigente, sulla presunta parsimonia di Thohir e sul fatto che magari i problemi di indebitamento della società nerazzurra,  possono aver allontanato altri possibili investitori e Ausilio risponde: “La Roma che stiamo giudicando adesso per il calcio che fa e per le ambizioni, si è proposta in questo modo dopo tre anni. Ricordo cosa è successo nei primi due anni, a livello tecnico e societario. Il punto più basso nella finale contro la Lazio e quale contestazione accoglieva tecnico e squadra. Poi attraverso mercato e buone intuizioni di Garcia e Sabatini è partita la nuova Roma, è passata attraverso un percorso e sta raggiungendo obiettivi soddisfacenti. Ora si parla di stadio e di grandi sponsorizzazioni oltre che di altri investitori. Ci sono arrivati dopo tre anni e non capisco perché a Thohir si chiede tutto subito.”

Dopo le polemiche tra Inter e Juve, sulla battuta di Agnelli, considerando che la società nerazzurra ha finora ignorato le dichiarazioni di Palazz,i ecco la spiegazione molto diplomatica del dirigente: “Per abitudine posso rispondere sul calcio giocato e mi viene difficile rispondere al presidente Agnelli. Lo ha fatto il mio presidente difendendo l’unica certezza che c’è, il diritto. L’Inter si è vista riconoscere uno scudetto da una federazione, qualcuno al di sopra delle parti ce lo ha assegnato. Nell’Inter c’è chi ha titolo di rispondere ed è il presidente e i modi e i toni sono quelli che il mio presidente ha ritenuto opportuni.”

Altra domanda scomoda, riguarda il possibile scambio Guarin Vucinic che non è andato a buon fine, per la contestazione dei tifosi ed ecco le delucidazioni in merito: “La contestazione c’è stata la sera e l’Inter già nel pomeriggio aveva abbondanato la trattativa. Non possiamo dire il contrario. Avremmo sbagliato a non ammettere l’errore. La trattativa è stata interrotta. E’ una cosa che come è iniziata e finita. Una cosa simile era successa con un altro giocatore della Juve. Isla? Lo avete detto voi, era già tutto fatto, ma la Juve chiamò e disse che l’allenatore non voleva più lo scambio. Vucinic-Guarin era un’operazione squilibrata dal punto di vista economico. Non era previsto un giusto conguaglio e dopo poco tempo avevamo già capito che non era il caso di farla. Era giusto non farla e per fortuna non si è fatta. Si parla di uno scambio e la dimensione dell’operazione è stata grande come l’eco che ne è conseguita, si è continuato a parlare di quello per giorni e giorni. Non c’erano firme e sono quelle che di solito chiudono l’operazione, anche sul contratto di Isla non c’erano firme. Io ho assistito a qualche incontro e non a tutti e non so come l’abbiamo messa in piedi la trattativa. Sono stato coinvolto perché ci sono da sedici anni all’Inter, è finita bene perché siamo stati umili a bloccarla in tempo. Non faremo più trattative con la Juve.”

Si va a parlare del mancato arrivo di Bonaventura, finito poi al Milan e Ausilio dichiara: “Io con Galliani ho un ottimo rapporto, potete chiederglielo. Non è andata come l’hanna fatta passare. Lo abbiamo trattato, ma abbiamo sempre detto che lo chiudevamo solo se Guarin fosse stato ceduto. C’era in corso la trattativa con il Valencia, lo abbiamo tenuto caldo ed era l’alternativa al colombiano, quando ci hanno chiesto Guarin in prestito abbiamo chiamato alle sei e mezza sia Bonaventura che l’Atalanta e abbiamo detto che erano liberi. Alle otto e mezza lo hanno mandato al Milan. Non ci hanno soffiato nulla.”

Possibili arrivi per gennaio, si parla di Borini e Kramaric e di quante possibilità ci sono che approdino all’Inter e questa è la risposta: “Borini mi piace tantissimo da tempo ma non mi risulta che il Liverpool lo dia in prestito o alle condizioni economiche che ci possiamo permettere. Tra l’altro ha caratteristiche diverse da quelle degli attaccanti presenti in rosa. Se le cose dovessero cambiare a gennaio ci faremo trovare pronti, Borini si può permettere di giocare sia nel reparto a tre sia con la punta centrale e lui che va sulle fasce insieme a Palacio, lo arricchisce il reparto e mi piace come giocatore. Kramaric è un giocatore che conosciamo, si sta affermando quest’anno, ma ha caratteristiche simili a quelle di Icardi e Osvaldo, non credo che sarà una pista che seguiremo. Al presidente porteremo idee da dicembre in poi perché le partite saranno tali per farci un’idea di quanto ci serve. Abbiamo giocatori in osservazione in Italia e all’estero e se potremo migliorare la squadra il presidente Thohir non si tirerà indietro anche se non mi aspetto cento mln. Ci siamo detti che ne parleremo a metà dicembre, poco prima di Natale. Con questo allenatore.”

Domenica arriva il Verona, che succederà in caso di debacle a Mazzarri e Ausilio è categorico: “Quello che pensano i tifosi lo rispetto. Allo stadio ci sono anche i tifosi della Curva che sostengono squadra e allenatore. Allo stadio ce ne sono mille che fischiano, ma ci sono quelli che sostengono la squadra fino alla fine. Con il Napoli e con l’Atalanta siamo usciti tra gli applausi. Mazzarri non si può discutere come allenatore perché ha bisogno del giusto tempo per essere valutato e il giusto tempo è quest’anno e le valutazioni saranno fatte a prescindere dal contratto a fine stagione. Lui ogni mattina si presenta e vuole ribaltare sempre la situazione, fino a che è così sono soddisfatto. Ci vogliono undici Mazzarri in campo e vinciamo le partite tre a zero, ve lo dico io. Van Gaal, Klopp non vengono discussi. In Italia c’è il cattivo gusto di prendersela sempre con l‘allenatore.”

L’ultima domanda, riguarda il rendimento di  Vidic e il dirigente spiega: “Non può essere discusso. Può essere valutata la singola prestazione, ma non si può discutere quanto ha vinto, a parametro zero è stato un affare, abbiamo preso un calciatore di esperienza, un giocatore con una mentalità vincente. Poi è arrivato all’Inter dove gioca con un sistema diverso dal suo abituale, poi ci sono stati degli episodi particolari ed è stato disorientato. E’ un campione e dimostrerà quello che vale. Ha un contratto di due anni con opzione sul terzo a seconda delle presenze e può dimostrarlo. Arriva da un altro campionato: si adatterà perché è un campione e vivrà di rendita per mesi. Siamo più che mai convinti che farà benissimo e spero ci darà una mano a vincere presto.”

 

Luigi De-Stefani

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