Inter, Mancini ci ricorda Mazzarri

Mazzarri e Mancini
Mazzarri e Mancini

INTER MANCINI-MAZZARRI / MILANO – In due mesi Roberto Mancini, che solo oggi molti scoprono come manager a tutto tondo, apprezzando con notevole ritardo il suo lavoro nella prima Inter e al Manchester City, dove costruì una squadra stellare spendendo (tanto ma il giusto) con una precisione chirurgica da fare invidia, ha ‘rivalutato’ la figura di Walter Mazzarri. Come? Tagliando pezzo dopo pezzo la campagna acquisti estiva operata da Ausilio e che troppi, erroneamente, hanno attribuito al tecnico toscano, che nella sua non felice avventura milanese è stato ‘accontentato’ solamente nel gennaio di un anno fa, con gli acquisti di Hernanes (mistero sulla modalità di pagamento) e D’Ambrosio. A meno che non si voglia credere a un Mazzarri follemente innamorato di Dodò o colpito dalla professionalità di M’Vila. Già, e gli altri? Vidic è stato preso da Thohir, Medel non era la prima (invece lo era Luiz Gustavo, Behrami o l’attuale Mario Suarez in alternativa) e nemmeno la seconda scelta, idem Osvaldo, con Lamela più di Lavezzi primissimi obiettivi. Nello stesso tempo, però, Mancini ha anche ‘confermato’ l’inadeguatezza di Mazzarri per i grandi club, quindi per l’Inter stessa. Dove le vie di mezzo non esistono, non sono mai esistite. O ti fai rispettare, soprattutto sul mercato, o ti fai cacciare. Pagando pure gli errori altrui, che sono stati pari se non superiori ai suoi, specie se la tua caratura non è ai livelli di Mancini o dei vari ‘guru’ ai quali spesso, e sbagliando, ci inchiniamo.

Raffaele Amato

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