#AskKovacic: “Ecco come sono arrivato all’Inter. Dopo il gol alla Lazio ho pensato…”

Mateo Kovacic
Mateo Kovacic


INTER #AskKOVACIC /
MILANO – Nuovo appuntamento negli studi di ‘InterChannel’: questa volta tocca a Mateo Kovacic sottoporsi alle domande via Twitter dei tifosi nerazzurri. Ecco tutte le risposte del croato, riportate per voi da Interlive.it!

Il mio cantante preferito?
Scelgo un DJ, perché ascolto più quel genere di musica.

Cosa ti piace dell’Italia? 
L’Italia è un bellissimo Paese, quando la mia famiglia viene a trovarmi ci divertiamo sempre tantissimo. Amo i ristoranti perché la cucina italiana è buonissima.

Tre oggetti dai quali non ti separi mai?
Una statuetta della Madonna che porto sempre con me, un pallone, e un bel libro da leggere alla sera per rilassarmi.

Con quale compagno hai legato di più all’Inter? E chi è il più simpatico?
Con tanti di loro, Brozovic che ha anche la mia età, Handanovic, Kuzmanovic, ma anche Juan Jesus. Non possiamo uscire sempre perché tanti sono sposati e hanno da fare, però adesso c’è Dodò che è single (ride, ndr).

Quando giocavi nella Dinamo Zagabria seguivi l’Italia? E cosa pensavi dell’Inter?
E’ un calcio difficile ma che ottiene risultati: l’Italia ha vinto i Mondiali nel 2006, l’Inter ha vinto la Champions, eccetera. Tra dieci anni avrò imparato tantissimo anche grazie a queste difficoltà. Ho sempre seguito il calcio, anche quello spagnolo o tedesco: non è solo il mio lavoro, è una mia passione. Wolfsburg? Giocare con le tedesche non è mai facile, loro sono un’ottima squadra e col Bayern Monaco hanno fatto una bellissima figura. Hanno tanti giocatori forti, da Perisic a Schurrle, da Dost a De Bruyne.

Come festeggerete il compleanno di Berni?
Non lo so, se fa qualche festa arriviamo sicuro. Non mangiamo dolci perché tra pochi giorni abbiamo la partita… siamo professionisti (ride, ndr).

Hai insegnato l’italiano a Brozovic? E’ un bravo studente?
Ci provo, vuole imparare velocemente ma non è facile. Spesso mi chiede cosa dice il mister. Lui parla l’inglese ma qui in Italia non ci sono molte persone che lo conoscono. Comunque imparerà l’italiano sicuramente.

Che cosa ti manca della Croazia? 
Il Paese non mi manca tanto, forse c’è più tranquillità, ma più che altro mi mancano le persone: la mia famiglia, gli amici che ho lasciato.

Il più simpatico, il più serio e il più pazzo?
Il più simpatico Nagatomo, il più serio Handanovic. E’ un professonista davvero eccezionale, lo seguo come modello sia nella vita privata che in quella sportiva. Il più pazzo direi che è Juan Jesus, ed è un calciatore giovane che può ancora migliorare tantissimo.

Il fatto di essere definito da tanti “fenomeno” ti mette pressione o ti rende contento?
Mi fa piacere ma non mi sento un fenomeno, non sento la pressione e non può che farmi piacere. Sono giovane e a volte sbaglio perché penso più a divertirmi in campo che al risultato, amo il calcio e l’ho sempre visto in questo modo, però sto cercando di cambiare.

Cosa ti disse Stramaccioni per convincerti a scegliere l’Inter?
E’ successo tutto molto rapidamente, nelle ultime ore del mercato. Io ho detto subito di sì perché l’Inter è un grandissimo club, poi c’è stato Stankovic che mi ha aiutato tantissimo. Non ci sono parole per descriverlo, siamo vicinissimi e sempre presenti l’uno per l’altro.

Come ti sei sentito dopo il grandissimo gol alla Lazio? 
Eh, benissimo (ride, ndr). Non me l’aspettavo da me stesso… se guardate come esulto, sembra che non abbia neppure capito chi ha segnato. E’ un peccato non aver vinto, però il mio gol ci fece cominciare la rimonta.

Cosa si prova ad essere il numero 10 in una squadra come l’Inter?
E’ un numero appartenuto a grandi giocatori come Ronaldo o Baggio, però io non sento la pressione. Sono i giornalisti che scrivono, fanno il loro lavoro, io faccio il mio e penso solo a giocare. Non lo sento come un peso, per me è un numero come un altro.

 

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