Inter, Mancini: “Ripartiamo dagli errori, siamo ancora lì”. Ma c’è anche Thohir

Roberto Mancini ©Getty Images
Roberto Mancini ©Getty Images

FIORENTINA-INTER MANCINI / APPIANO GENTILE – Alla vigilia di Fiorentina-Inter, impegno importantissimo in ottica terzo posto, Roberto Mancini si presenta in sala stampa ad Appiano per la consueta conferenza pre-match, con una sorpresa: accanto a lui, infatti, c’è Erick Thohir.

“Sono felice di essere qui”, ha cominciato il presidente. “Sono mancato da Milano da qualche mese ma questo non significa che abbia perso di vista l’Inter. Ho sentito tante notizie, ma alla fin fine nessuna di queste è vera, a cominciare da quella del mio rapporto con Mancini, per finire con quelle che dicono che io e Moratti siamo in rotta. Ci sentiamo continuamente e non siamo assolutamente estranei, né ci riteniamo tali. Domani è una partita fondamentale per la Champions League ed è anche il momento che la squadra dia il massimo. Roberto ha il mio pieno appoggio in tutto quello che fa, sarò qui nelle prossime settimane. A questo punto mi accomodo, e lascio la parola a lui”.

A questo punto, comincia la conferenza di Mancini: “Il fatto che il presidente sia qui conta molto, il suo lavoro lo porta a fare altre cose ma questo non significa che non ci sentiamo, parliamo parecchie volte alla settimana. Domani sarà una partita importante, non fondamentale, ma importante. La squadra ha vissuto un gennaio disastroso, abbiamo buttato via l’impresa straordinaria fatta nella prima parte di stagione. Da qualche settimana però siamo in ripresa, con il Verona abbiamo preso tre gol imbarazzanti ma a parte questo meritavamo di vincere, e per quello che vedo negli allenamenti penso che siamo sulla buona strada”.

“Non dobbiamo azzerare quello che è successo ultimamente. Nel girone d’andata siamo andati oltre le nostre possibilità, abbiamo fatto un qualcosa di straordinario e siamo ancora in linea con l’obiettivo. Io l’ho detto per cinque mesi, che sopra di noi c’erano squadre più attrezzate, e alla lunga la differenza si è vista. Alcune volte abbiamo perso dei punti stupidamente, oppure non abbiamo vinto quando lo meritavamo, ma non dobbiamo azzerare niente: bisogna lavorare anche sugli errori, e imparare, e tenerli presente. Roma? Per il momento il terzo posto vede protagonisti noi, la Fiorentina e la Roma sicuramente, ma anche il Milan può rientrare, mancano tantissime squadre. All’andata è stata una partita strana, abbiamo subito due gol in nove minuti e poi un’espulsione, quindi non c’è più stata possibilità di raddrizzarla. Stavolta mi aspetto che la mia squadra sia determinata, attenta, che non conceda nulla”.

Non commentare gli arbitri? Io nei primi quattro mesi ho provato a non parlare di arbitri, poi diventa normale perchè anche le vostre domande vertono spesso su queste cose. Deluso dai nuovi arrivi? Per metà campionato siamo stati in testa, e quindi il merito è di tutti i giocatori, tutti hanno fatto quello che dovevano fare. Miranda? Ci aiuterà sicuramente perché è un giocatore di esperienza, magari in campo parla più di altri. Dubbi di formazione? Neanche uno”. Gli viene poi chiesto chi intende schierare: “Allegri, Sarri, Paulo Sousa, Pioli, Donadoni e Gasperini (ride, ndr). Ma dai, fate i giornalisti, vedete tutto, potete guardare l’allenamento (ride ancora, ndr)”.

“La Fiorentina ha preso dei gol in contropiede perché è una squadra molto offensiva, e ci sta. A volte poi possono esserci anche degli errori, ma la Fiorentina è sicuramente una squadra forte. Se ritorno in Inghilterra? Io non leggo molto, comunque a volte si prende a modello la Premier League perché per molti è il campionato più bello del mondo. L’anno prossimo resto all’Inter, se non mi mandano via, che non si sa mai (ride, ndr). Jovetic e Ljajic? Penso che ci saranno d’aiuto, conoscono bene l’ambiente e hanno le qualità per far bene. Icardi ha avuto un problemino in settimana ma sta benissimo, e ci sarà. Il modulo non è particolarmente importante, quello che conta è avere l’atteggiamento giusto, bisogna essere propositivi e saper difendere bene”.

Alessandro Caltabiano

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