Raiola stratega: “Anche l’Inter su Ibra”. Poi ‘punge’ Thohir

Raiola 'stratega' sul futuro di Ibrahimovic ©Getty Images
Raiola ‘stratega’ sul futuro di Ibrahimovic ©Getty Images

CALCIOMERCATO INTER IBRAHIMOVIC / MILANO – Raiola è il fuoriclasse degli agenti ma anche della comunicazione. Su Ibrahimovic, per esempio, sta provando ad alzare la posta per riuscire ad avere il coltello dalla parte del manico quando e se si troverà a tavolino con i club inglesi (nello specifico Chelsea e Manchester United), ovvero gli unici – eccetto quelli cinesi, arabi e statunitensi – che in realtà si possono permettere il cartellino dello svedese, in scadenza di contratto col Psg il prossimo 30 giugno. Per questo l’inserimento di “Inter, Milan e Napoli” nella corsa a Ibra, come svelato dal potente Mino alla ‘Gazzetta’, puzza forte di mera ma chiara strategia. Sua ovviamente. Con certe e programmate dichiarazioni Raiola lancia un messaggio alle suddette inglesi: ‘Tutti vogliono Ibrahimovic, per questo se lo volete dovete pagarlo… E pure tanto“. Probabilmente anche di più di quanto guadagna ora al Paris Saint Germain, che a sua detta “sta facendo di tutto per ottenere il rinnovo”, ovvero circa 15 milioni.

Cifra impensabile per le tre italiane, come è impensabile che il 34enne (“come Benjamin Button, ringiovanisce giorno dopo giorno”) rinunci anche a un milione nell’ultimo grande contratto della sua straordinaria carriera. Giustamente, non lo faremmo nemmeno noi. Certo che con Ibra in squadra l’Inter, come il Milan o meglio ancora un Napoli privo di Higuain, diventerebbe immediatamente una seria se non la prima concorrente allo Scudetto; con Ibra gli ottimi giocatori a disposizione di Mancini diventerebbero dei mezzi campioni. Ibrahimovic cambierebbe il presente e il futuro immediato, ma faremmo cattiva informazione se dicessimo che l’Inter, e in generale le italiane, abbiano speranze di riprenderselo. Thohir, a cui Raiola ha lanciato l’ennesima stilettata – “Non ci sono ben chiari i suoi programmi” – come il Berlusconi di oggi e il De Laurentiis di ieri e domani non possono permetterselo. Magari il contrario.

Raffaele Amato

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