Inter, Ince: “Hodgson non meritava l’esonero”. Poi svela un retroscena

Ince con Roy Hodgson ©Getty Images

INTER INCE HODGSON / “Un pomeriggio di giugno del 1995 stavo giocando a golf con Giggs vicino a Manchester quando arrivò una chiamata di Alex Ferguson: ‘Abbiamo ricevuto un’offerta per te dall’Inter, e abbiamo accettato. In due giorni preparai le mie cose e andai a Milano. Fu Massimo Moratti a volermi, venne a vedermi nella famigerata partita del calcio di Cantona nel match con il Crystal Palace. E’ difficile spiegare quanto Moratti sia incredibile“. Su Paddy Power Paul Ince ha raccontato come avvenne il suo approdo all’Inter nell’estate del 1995. “C’erano giocatori meravigliosi come Roberto Carlos, Zanetti, Djorkaeff e Zamorano, ma non credo che fossimo la squadra migliore del campionato, a volte sembravamo inferiori al Milan. Se li guardavi, avevano Maldini, Baresi, Costacurta: non c’è dubbio che avevamo qualcosa in meno. Non avevamo fuoriclasse di quel livello. E proprio questo era quello che Moratti voleva cambiare nel suo progetto per il club. Era grande uomo, era ambizioso e voleva portarci al livello di Juventus e Milan“.

Inter, Ince ricorda: “Non dimenticherò mai Moratti. Quando gli dissi che volevo tornare in Inghilterra…”

Il rendimento del centrocampista inglese spiccò il volo con l’arrivo del connazionale Roy Hodgson sulla panchina nerazzurra: “Con Bianchi non c’era feeling, invece con lui riuscii a tornare sui miei livelli. Il suo esonero fu ingiusto – ha sottolineato Ince – Non credo se lo meritasse”. In conclusione ha svelato un retroscena sul suo addio nel 1997: “Quando dissi che volevo tornare in Inghilterra, Massimo Moratti scoppiò in lacrime. Avevamo appena preso Ronaldo per la stagione successiva, ma per questioni relative alla famiglia per me fu meglio tornare in Inghilterra. Non volevo in realtà, sarei potuto rimanere per sempre. Moratti pianse, era sconvolto. Adoravo quell’uomo, lo rispetto e parlo ancora con lui. Rese possibili quegli anni meravigliosi, non lo dimenticherò mai”.

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