Inter, Amarcord nerazzurro: la ‘Bandiera’ Giacinto Facchetti

Giacinto Facchetti

AMARCORD INTER FACCHETTI / Nono appuntamento con ‘Amarcord nerazzurro, la rubrica di Interlive.it. Oggi ripercorriamo la carriera della ‘Bandiera’ dell’Inter, l’indmenticato Giacinto Facchetti.

Giacinto Facchetti, terzino goleador e ‘Bandiera’ dell’Inter

Il ‘Cipe’ nasce a Treviglio il 18 Luglio 1942 e la sua carriera inizia nelle squadre del suo paese, prima nella Zancotti a solo 14 anni nel 1956 e poi nella Trevigliese l’anno successivo. Nelle due formazioni giocava da… attaccante. Giacinto Facchetti venne scoperto dall’allenatore Helenio Herrera sul finire della stagione 1960/61, portandolo a ricoprire il ruolo in cui tutti lo ricordano, quello di terzino d’attacco, che già ricopriva nella squadra nerazzurra il calciatore Vittorio Calvani anche se non fu mai un realizzatore di reti. Come sempre il destino dei predestinati interviene spesso e il 14 giugno un callo al piede di Calvani permise a Facchetti di giocare in amichevole con la formazione del ‘Mago’ contro la Fluminense e la sua ottima prestazione convinse l’argentino a puntare anche su di lui, dando il via così alla sua cavalcata verso la leggenda.

Il suo esordio in campionato, avvenne il 21 maggio 1961 in un Roma-Inter 0-2, mentre nella partita successiva vinta 3-0 contro il Napoli segnò la rete del vantaggio interista, la prima di una lunga serie. Il 4 giugno 1961, la formazione nerazzurra venne sconfitta 2-0 dal Catania e Giacinto Facchetti ebbe pure l’onore di indossare la fascia di capitano, ma questa sconfitta regalò lo scudetto alla Juventus. Sei giorni più tardi si disputò la famosa partita Juventus-Inter 9-1, in cui scesero in campo i ragazzini della Primavera nerazzurra di cui faceva parte un altro giocatore di cui abbiamo parlato nella nostra rubrica: Sandro Mazzola. Il campionato 1961-62 vide Giacinto Facchetti disputare solo 15 partite in campionato e 6 nelle coppe europee, senza segnare nemmeno una rete. La formazione di Helenio Herrera verrà eliminata clamorosamente subito dalla Coppa Italia dal Novara, mentre nella coppa delle Fiere uscirà nei quarti di finale eliminata dal Valencia. In campionato illuse fino alla ventiseiesima giornata poi, dopo il pareggio 2-2 in casa con la Juventus, venne superata dal Milan che vinse lo scudetto con 53 punti, contro i 48 della squadra nerazzurra. I due derby videro i rossoneri vincere in casa dell’Inter per 3-1 e i nerazzurri vendicarsi al ritorno in casa rossonera per 2-0. Nel campionato 1962/63 finalmente Giacinto Facchetti fu titolare con 31 presenze in campionato e 4 gol e 2 presenze nelle coppe nazionali con l’Inter Campione d’Italia con 49 punti davanti alla Juventus con 44. I due derby finirono con due pareggi per 1-1. L’anno successivo iniziò la leggenda della Grande Inter di Helenio Herrera, di cui Giacinto Facchetti fu uno dei tanti protagonisti, perché in quella squadra anche i comprimari erano importanti quanto i campioni, Un nome su tutti: Carlo Tagnin. L’Inter vinse la finale contro il Real Madrid per 3-1, doppietta di Mazzola e gol di Milani per gli spagnoli segnò Felo, ma perse 2-0 lo spareggio scudetto contro il Bologna, visto che quel campionato vide entrambe le squadre appaiate a 54 punti, mentre, come al solito, la Coppa Italia risultò indigesta alla squadra di Herrera che venne eliminata nei quarti di finale dal Torino per 4-1 nella partita unica. La formazione meneghina si aggiudicò anche la Coppa Intercontinentale ma ci vollero ben tre partite per decretare la squadra vincitrice, nella gara di andata, giocata in Argentina, l’Indipendiente batté l’Inter 1-0 grazie al gol di Rodriguez, al ritorno i nerazzurri si imposero 2-0 grazie a Mazzola e Corso. In quegli anni non era ancora stata inserita la regola della differenza reti quindi la partita di spareggio si disputò a Madrid il 26 settembre 1964 e la squadra nerazzurra si impose per 1-0 grazie al gol di Corso al 110 minuto dei tempi supplementari.

Nel campionato 1964/65 l’Inter mancò il Triplete e Facchetti giocò globalmente tra campionato e coppe 44 partite segnando solo 3 gol ma uno fu fondamentale. In campionato la marcia nerazzurra verso lo Scudetto fu una lunga sfida con i cugini rossoneri che vinsero nettamente il derby di andata per 3-0, doppietta clamorosa di Lodetti e gol di Amarildo ma nella gara di ritorno la formazione di Herrera si vendicò con un sonoro 5-2 con vantaggio nerazzurro di Jair pareggio di Amarildo nuova fuga Inter con Domenghini e Corso il Milan prova a rimontare con il solito Amarildo ma la doppietta di Mazzola negli ultimi 10 minuti della partita chiuse i conti e diede il via alla fuga Scudetto, che alla fine vide la squadra di Herrera terminare a 54 punti contro i 51 dei cugini. Se il campionato fu una continua lotta, anche la Coppa dei Campioni regalò tantissime emozioni ai cuori nerazzurri. Dopo aver eliminato prima la Dinamo Bucarest poi con qualche patema i Rangers di Glasgow, in semifinale l’Inter affrontò il Liverpool. La partita di andata giocata in Inghilterra terminò 3-1 per gli inglesi, ma al ritorno fu proprio Facchetti a segnare il gol del definitivo 3-0 e della qualificazione dopo che prima Corso con una sua splendida punizione e poi Peirò con una furbata geniale, avevano insaccato le prime due reti. La finale giocata al Meazza contro il Benfica di Eusebio vide i nerazzurri vincere 1-0 grazie al gol di jair. Purtroppo la Juventus nella finale di Coppa Italia, negò alla formazione di Herrera la gioia del triplete che si avverò solo 45 anni dopo, il gol di Menichelli nel primo tempo regalò ai bianconeri il trofeo italiano. L’Inter si consolò, si fa per dire, con la vittoria della seconda Coppa Intercontinentale e questa volta bastarono due partite. La sfida nuovamente contro l’Indipendiente vide i nerazzurri vincere 3-0 la gara di andata giocata al Meazza, grazie ai gol di Peirò e alla doppietta di Mazzola. Nella gara di ritorno, nonostante uno stadio bollente e i giocatori argentini particolarmente carichi, la formazione di Herrera riuscì a non subire reti e a portare a casa il trofeo mondiale.

Il campionato 1965/66 vide Giacinto Facchetti toccare il suo massimo di reti in un’annata: 10 in campionato e 2 nella Coppa dei Campioni. La squadra di Herrera vinse lo scudetto con 50 punti davanti al Bologna con 46, ma venne eliminata in coppa dei Campioni in semifinale dal Real Madrid, mentre in coppa Italia fu eliminata dalla Fiorentina che vinse 2-1 la partita unica. Quello fu l’ultimo trofeo del regno di Helenio Herrera in nerazzurro, mentre Giacinto Facchetti vinse ancora con l’Inter uno scudetto nel 1970/71 e una coppa Italia nel 1978 nel suo ultimo anno in nerazzurro. Nella squadra milanese ha giocato per 18 anni totalizzando 634 partite e 75 reti, che per un difensore sono veramente tante. Con la Nazionale italiana giocò 94 partite segnando 3 reti. Ha partecipato a 3 campionati mondiali dal 1966 al 1974 e avrebbe potuto partecipare anche a quello del 1978, visto che il tecnico Enzo Bearzot lo aveva inserito nei 22 per il mondiale in Argentina, ma preferì declinare l’invito e dare l’addio al calcio. Terminata la carriera sportiva andò comunque al Mondiale in Argentina come dirigente accompagnatore della Nazionale italiana, quindi oltre ad essere un rappresentante all’estero dell’Inter divenne presidente dell’Atalanta nel 1980, per poi diventare dirigente dell’Inter durante la presidenza Moratti. Alla morte di Giuseppe Prisco divenne vice presidente della squadra nerazzurra e poi presidente il 19 gennaio 2004, vincendo uno Scudetto, due coppe Italia e due super coppe italiane. Il 4 settembre 2006 un male incurabile, l’unico avversario al quale ha dovuto arrendersi, lo ha visto approdare nell’olimpo dei grandi campioni, ma la sua storia nella grande famiglia dei fuoriclasse nerazzurri avrà sempre il primo posto nel cuore dei tifosi che lo hanno visto giocare, o che hanno avuto la fortuna di conoscerlo da dirigente dell’Inter e tramanderanno ai figli il suo esempio di giocatore leale in campo e fuori.

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