Un po’ Conte e un po’ Allegri: l’occasione di Inzaghi, scelta logica di Marotta

Simone Inzaghi raccoglie la pesante eredità di Antonio Conte e sarà chiamato a non far rimpiangere anche Allegri

Simone Inzaghi e Antonio Conte (Getty Images)

Simone Inzaghi era per l’Inter la scelta più logica dopo l’addio di Conte e sfumato Massimiliano Allegri. 45 anni, una vita vissuta alla Lazio rimastaci malissimo perché aveva già raggiunto un accordo per il rinnovo. Probabilmente Inzaghi doveva essere più sincero con Lotito, ma il comunicato dei bianconcelesti è di una tristezza infinita e poi un po’ la Lazio doveva aspettarlo o comunque non escluderlo il rilancio di Marotta e soci dopo il definitivo tramonto per l’Inter della pista Allegri. Inzaghi firmerà un contratto biennale con opzione da circa 5,5 milioni di euro bonus inclusi, un’offerta così importante (il doppio di quanto gli garantiva Lotito) è stata necessaria per convincerlo ad abbandonare la sua ‘comfort zone’. Per fortuna è bastata, considerati gli altri papabili alla panchina tra ex improponibili e alcuni nomi da brividi per tanti motivi come Sarri (sarebbe servita una rivoluzione. Già, ma con quali soldi…) e soprattutto Fonseca.

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Tornando a Inzaghi, per noi e probabilmente pure per Marotta è un po’ Conte e un po’ Allegri, con tutte le dovute proporzioni del caso. Una via di mezzo: ‘martello’ e preparatissimo sul piano tattico come il primo, aziendalista nell’accezione positiva del termine e bravo nei cambi come il secondo, pragmatico come entrambi. E poi è uno che, nel suo piccolo e mica tanto piccolo, ha vinto.

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Copiando ‘Opta’, nelle ultime 10 stagioni di Serie A, solo Allegri (142 con la Juve) ha registrato più vittorie alla guida di una singola squadra rispetto a Simone Inzaghi (108 con la Lazio). L’Inter, con tutte le difficoltà del caso (con Suning si naviga in mezzo all’oceano con una zattera. Menomale che c’è Marotta…), rappresenta per il piacentino la grande occasione della sua carriera che dovrà essere bravo e fortunato a sfruttare..

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