ESCLUSIVO Dott. Mauriello: “Ritorno in campo Eriksen, la situazione. Massaggio cardiaco, fatelo tutti”

Inter: Eriksen ha passato momenti terribili durante Danimarca-Finlandia. In esclusiva, il dottor Mauriello fa il punto della situazione

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Momenti di paura per Eriksen a terra (Getty Images)

Quanto accaduto qualche giorno fa a Christian Eriksen, ancora oggi a ripensarci, ci fa venire i brividi. Proprio per questo, noi di Interlive ci teniamo a saperne di più sulle sue condizioni. Lo faremo insieme al Dottor Mario Mauriello. Laureatosi nel 1983 in Medicina e Chirurgia all’Università ‘Federico II’, Nel 1986 si specializza in Medicina dello sport e nel 1990 in malattie dell’apparato cardiovascolare.

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Ha affinato con il tempo le sue conoscenze facendo da volontario ai reparti di medicina d’urgenza e Pneumologia dell’Ospedale Cardarelli di Napoli. Dal 2008, fra le tante attività svolte, è medico certificatore della regione Campania per lo sport agonistico. Chi meglio di lui, quindi, può spiegarci la situazione? Per tutte le altre news CLICCA QUI.

Inter, Dottor Mauriello: “Eriksen, il defibrillatore e le sue condizioni: come stanno le cose”

– Buongiorno Dottor Maurilelo, partiamo subito subito dalla domanda più importante. Defibrillatore sottocutaneo per Christian Eriksen, sarà permanente?

“Dobbiamo capire, intanto, perché è stato inserito questo congegno nel corpo del giocatore. E’ stata sospettata un’aritmia ventricolare seguita da una tachicardia ventricolare. Quest’ultima porta, se si trasforma in fibrillazione, all’arresto cardiaco. Di per sé, è causata da una caduta a terra. Il motivo per cui abbia avuto ciò, è tutto da vedere. Il mio sospetto è che si tratti di una displasia aritmogena del ventricolo destro/sinistro. Questo per due motivi: quanto è successo non è avvenuto a causa di un trauma precedente, in quel caso potevamo ipotizzare un arresto cardiaco da trauma, ma così non è stato. Le condizioni patologiche che portano a quello che è accaduto a Christian Eriksen sono tre: la sindrome di Brugada, la displasia aritmogena del ventricolo destro e sinistro (la seconda un po’ più rara) e la cardiomiopatia ipertrofica. La prima di queste, nella maggior parte dei casi è visibile ad un elettrocardiogramma”.

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Dottor Mauriello

“Quindi, siccome l’atleta è sotto controllo costantemente, la scarterei. La displasia aritmogena, invece, è qualcosa da determinare nella sfera delle extrasistoli (alterazione del normale ritmo del battito cardiaco). Non avendo in mano la sua cartella clinica, non conosco la tipologia di esami fatti dal giocatore, quindi non posso sapere se siano state evidenziate extrasistoli in qualche esame che gli è stato fatto. Molte volte, comunque, non si riesce a vedere all’ecocardiogramma, anche questo praticato più volte all’anno. Con un esame più approfondito, però, può essere visibile questa patologia. Per quanto riguarda, invece, la cardiomiopatia ipertrofica può essere visibile all’eco. Non ci rimane altro che la seconda opzione, ovviamente nell’ambito delle casistiche. Si tratta di una patologia congenita, quindi non correggibile. Può essere ‘sistemato’ il suo effetto, ma non si può togliere la causa scatenante. Di conseguenza, penso che questo defibrillatore non sarà più tolto. per quanto riguarda l’eventuale ripresa dell’attività sportiva, difficilmente un medico si prenderà la responsabilità di dare ad Eriksen l’idoneità. Si tratta di un rischio per entrambe le parti davvero alto”.

Dottor Mauriello: “Eriksen a terra, ho pensato subito ad una cosa. Massaggio cardiaco, fondamentale imparare a farlo”

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Christian Eriksen (Getty Images)

– Quando ha visto Christian Eriksen accasciato a terra, a cos’ha pensato?

“Vedendolo a terra privo di coscienza, ad un po’ di tutto. Diciamo che nella maggior parte dei casi, si tratta di un’aritmia ventricolare. Vorrei aggiungere due cose riguardo al massaggio cardiaco. E’ importantissimo, perché significa mettere in condizioni la persona, quando ci sarà l’intervento del defibrillatore, di evitare esiti decisamente peggiori come l’anossia cerebrale (mancanza di ossigeno al cervello). Il massaggio è stato fatto bene”

– In tal senso, quanto è importante imparare a fare massaggi cardiaci?

“E’ fondamentale, la tecnica è insegnata in maniera specifica, non si tratta di un semplice massaggio. La compressione deve essere tale da determinare realmente l’attività della persona a terra. La compressione cardiaca deve essere al di sopra dei 5 cm. Deve essere fatta in una posizione particolare con una forza e un ritmo particolare. Considerando che la morte improvvisa di origine cardiaca è molto frequente, avere qualcuno vicino in grado di fare un massaggio è sicuramente un qualcosa che può significare salvare una vita in più, quindi dovremmo saperlo fare un po’ tutti e pure bene”.

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