Con l’arrivo di Mkhitaryan, Asllani e quello (ancora probabile) di Dybala, Calhanoglu dovrà darsi da fare per difendere la titolarità
L’avvio di stagione porta numerose novità: strutturali, organizzative, economiche e di mercato. Partendo proprio da quest’ultimo aspetto della vita dirigenziale di un club ambizioso come l’Inter, è inevitabile che i colpi già assestati siano frutto di una minuziosa ricerca. L’obiettivo è vincere quanti più trofei possibili, mantenendosi competitivi in rapporto alle altre realtà del campionato nostrano e della Champions League.
L’arrivo di Mkhitaryan e Asllani, da identificare nella fascia che parte dalla cintura del centrocampo e sale sino alla trequarti, apporta cambiamenti anche in ambito tattico. Non resta da capire cosa ne sarà di Hakan Calhanoglu, loro naturale comprimario. Facendo qualche passo indietro alla passata stagione, il fantasista turco aveva il privilegio di poter svariare in qualità di mezz’ala sinistra al fianco di Brozovic. Laddove era necessario un rinforzo di sostanza in fase di ripiegamento e per creare compattezza, Inzaghi lo sostituiva con Vidal. Questa situazione potrebbe dunque non ripresentarsi tanto facilmente, a meno che non sia Asllani a fare le veci del cileno: Mkhitaryan non è fatto per giocare in mediana. L’armeno, tutt’al più, sarebbe una versa spina nel fianco per Calhanoglu qualora i due dovessero spartirsi la trequarti o la zona a ridosso delle punte, in qualità di rifinitori.
Calhanoglu in via di definizione, ma non resta all’ombra di Mkhitaryan
L’analisi precedente potrebbe però decadere nel momento in cui Inzaghi decida di impiegare Mkhitaryan nel suo ruolo originario, come eventuale opzione di riserva per l’attacco attualmente nelle mani di Lukaku e Lautaro. In questo caso, Calhanoglu deterrebbe ancora lo scettro nella linea a tre di centrocampo, esterni esclusi. Il discorso cambia nuovamente se alla corte del tecnico piacentino dovesse aggiungersi il tanto desiderato Dybala. La concorrenza sarebbe spietata, il minutaggio di ciascuno equivarrebbe al residuo del minutaggio dell’altro. Non facile da gestire.