Da Conte a Inzaghi: i risultati dell’Inter senza Brozovic

L’Inter perde uno dei suoi calciatori più rappresentativi, senza di lui fa fatica a costruire il gioco dal basso ed ora la responsabilità grava su Asllani

Quando l’ambiente nerazzurro è venuto a conoscenza dell’infortunio di Romelu Lukaku, ormai diverse settimane fa, in molti hanno ben pensato che questo potesse pesare sulla resa generale della squadra. La realtà è stata però diversa: per quanto il centravanti belga sia ritenuto fondamentale negli schemi di Inzaghi così come lo era sotto la guida Conte, è stato degnamente sostituito da Edin Dzeko che ancora una volta ha dimostrato di essere un grande campione. Poi i risultati ottenuti non sono stati dei migliori, certo, ma quello è un altro discorso. Figurarsi ora che, proprio in concomitanza con il recupero di Lukaku, c’è il forfait di Marcelo Brozovic.

Marcelo Brozovic ©LaPresse

Senza il suo mediano l’Inter perde di identità, ma è doveroso fare alcune precisazioni. A fini statistici ci sono numerosi dati che confermano questa analisi, prendendo in considerazione la fascia temporale del biennio 2020-2022 sotto la duplice guida tecnica dell’attuale tecnico del Tottenham e del piacentino ex Lazio.

Partendo dalle primissime giornate della stagione 2020/2021, la stessa della vittoria del diciannovesimo scudetto, Brozovic è stato assente contro Sampdoria, Sassuolo e Parma per un fastidio al polpaccio, senza lasciare grosse perplessità. La squadra era comunque ben rodata ed usciva fresca da una preparazione precampionato svolta alla perfezione. Lo stesso poteva dirsi in occasione delle sfide contro Torino e Sassuolo (giornata di ritorno), laddove è rimasto ai box per positività al Coronavirus. Ciò la dice lunga sul fatto che la zona nevralgica del campo era ben fornita, Conte non lasciava che tutte le responsabilità ricadessero su di lui. In altre parole, c’era equa distribuzione dei compiti. Nulla di più, nulla di meno. Come giusto che fosse.

Senza Brozovic è un’Inter (di Inzaghi) senza identità

Marcelo Brozovic ©LaPresse

Di tutt’altro avviso sono i risultati ottenuti nel corso della passata stagione, 2021/2022, al cambio guida tecnica. Soprattutto nella prima parte della seconda metà, conclusa la campagna acquisti invernale. Una squalifica rimediata nella gara precedente ha costretto Brozovic a saltare un delicatissimo incontro con il Sassuolo, perso con il punteggio di 0-2. In quella circostanza la mediana è stata affidata interamente a Barella. Poi i due pareggi, abbastanza anonimi, contro Torino e Fiorentina durante i quali il croato era a riposo per una ricaduta al polpaccio.

Quel che si è evinto è stata una trasformazione, il totale affidamento della manovra, delle ripartenze dal basso, nelle sue diliegenti mani. Una Brozo-dipendenza. Senza di lui la squadra faticava – e fa fatica – a girare perché, in sostanza, nessuno aveva – e ha tutt’ora – le sue uniche qualità. E chissà che Asllani, forza fresca, possa fare bene tanto quanto lui. Si tratta pur sempre di calciatori che occupano lo stesso ruolo, ma hanno caratteristiche diverse.

 

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