Cinquantotto milioni, il doppio: Kostic-Inter l’affare giusto

Stando alle stime numeriche il club avrebbe fatto meglio a non investire su Gosens, l’ideale sarebbe stato il solo Kostic per il post Perisic

L’addio certo di Ivan Perisic al termine della passata stagione sportiva ha messo in allarme la dirigenza nerazzurra, al fine di scovare l’uomo migliore che ne potesse prendere il posto per la stagione seguente. Così a gennaio, in via del tutto previdenziale, Marotta aveva concluso l’affare con l’Atalanta per il passaggio di Robin Gosens, reduce dal pesantissimo infortunio di qualche tempo prima, per la modica cifra di 27 milioni di euro.

Filip Kostic ©LaPresse

A questi va aggiunta la spesa per l’ingaggio pari a 6 milioni di euro all’anno fino al 2026, come da contratto, per un totale parziale di 25 milioni. Il totale complessivo, invece, si attesta sui 56 milioni. Tanto, forse troppi, per un calciatore che da allora non è riuscito mai ad essere tanto incisivo come avrebbe voluto e come gli addetti ai lavori si sarebbero attesi. Lo stato di forma non ottimale è stato percepito anche da Simone Inzaghi che ha continuato a preferire Dimarco, in alternanza con Darmian.

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Robin Gosens ©LaPresse

La vera domanda è: cosa sarebbe successo se al posto di Gosens fosse stato ingaggiato Filip Kostic, oggi mattatore alla Juventus? La risposta risiede non soltanto nella qualità di prestazioni nettamente migliore, ma anche nei numeri. L’esterno serbo è stato pagato 15 milioni di euro per il trasferimento dall’Eintracht Francoforte, più altri 4 milioni di euro lordi fino al 2026 in ottemperanza al regolamento del Decreto Crescita (13 milioni totale parziale): un totale complessivo di 28 milioni di euro, pressoché la metà di quanto speso per Gosens.

In questo l’Inter sembra dunque aver fatto male i conti.

 

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