TV PLAY | Marotta e il ritorno alla Juve: “Quando ci ho parlato mi ha detto questo”

Fabrizio Biasin dà il suo parere anche su Beppe Marotta mentre il manager spiega come si potrebbe risolvere il problema economico del calcio italiano

Beppe Marotta ©LaPresse

 

Il giornalista Fabrizio Biasin ha parlato ai microfoni di Twitch TvPlay di calciomercato.it.
Ha esordito dando il suo parere sul futuro di Beppe Marotta e alla possibilità che possa ritornare alla Juventus e ha detto: “Non ho novità in tal senso. Quando ci ho parlato ha sempre manifestato il suo gradimento per continuare l’esperienza in nerazzurro. Più volte ha manifestato la voglia di chiudere dopo l’Inter e, ma questo è un pensiero mio, proseguire la carriera politica. Poi sai, le cose nel mondo del calcio cambiano. Io so che al momento lui è felice a Milano”.
Eliminazione del Belgio e di Lukaku dai mondiali le sue parole: “Io oggi al posto suo un paio di gol li facevo (ride ndr). Quello sul finale di partita è clamoroso…è segno che sei stato talmente tanto fuori che non sei pronto. E’ un gol che vale la qualificazione. Credo possa segnare anche in qualche modo la fine della sua esperienza in nazionale. Posso immaginare il suo dispiacere totale. Io personalmente sono felice per Brozovic che approda agli ottavi”

Sulla bufera che si è abbattuta sulla Juventus: “Non mi sorprende… Già se ne parlava. Gravina? Le cose se si sanno si dicono. Bisogna vedere cosa vorrà fare la Uefa. Quello che è successo alla Juventus negli ultimi tre anni non è bello, ma questo non deve diventare alleiamoci tutti contro il grande male”.

Intanto il dirigente dell‘Inter Beppe Marotta intervistato da Italpress ha dato il suo parere sulla situazione economica del calcio in Italia e ha spiegato quali potrebbero essere i rimedi pre migliorarla. Queste le sue dichiarazioni: “Bisogna ridurre i costi, ma c’è da discutere sull’inquadramento dei calciatori, che sono dei lavoratori subordinati e questo significa andare incontro a dei costi incredibili. Per il mondo del calcio il costo del lavoro supera nettamente il 65%, che in un’azienda di acque minerale, ad esempio, significherebbe andare incontro al default”.

Poi ha ulteriormente ribadito: “Nel momento in cui, dal punto di vista legislativo, il calciatore non fosse più inquadrato come un lavoratore subordinato, ma alla stregua di una star o un attore, allora avremmo un ridimensionamento dei costi. Sarebbe uno strumento immediato per eliminare gran parte dei problemi del mondo del calcio”.

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