Le parole del tecnico, indiziato per la panchina nerazzurra nel prossimo futuro, in vista del super incontro di Champions tra Milan e Inter a San Siro
Notti magiche, non soltanto quelle dei Mondiali quando giocava l’Italia. Per il Bel Paese, quantomeno una buona fetta di esso, anche la prima delle due semifinali di Champions League tra Milan e Inter racchiuderà dentro di sé qualcosa di magico. Perché da troppi anni due italiane non si sfidavano su un palcoscenico tanto importante, orgoglio di una nazione intera. Per non parlare, poi, che si tratti di uno dei derby più sentiti al mondo. Cosa chiedere di meglio? Il parere di uno dei potenziali, futuri protagonisti di queste lotte intestine.
Un allenatore emergente, ma che ha dalla sua il rispetto di molti. Rispetto guadagnato con fatica e ambizione, sudore e grinta. Gestendo, fra l’altro, una squadra di tutto rispetto che non è mai eccelsa in qualche caratteristica come le altre grandi del nostro campionato. Thiago Motta è l’eroe di Bologna, il grande erede del buon Sinisa Mihajlovic. E proprio lui, l’italo-brasiliano, sarebbe stato adocchiato dal club nerazzurro per il post Simone Inzaghi. Avvicendamento sentito e comunque lontano dall’essere finalizzato, perché per Giuseppe Marotta e il resto della truppa ai vertici societari c’è ancora molto da scoprire e da raggiungere sotto la guida del piacentino.
Parla l’erede: “Non saprei chi scegliere tra Lukaku e Dzeko”
Per Thiago Motta, in ogni caso, la sfida di domani apre un ciclo importante. Ma non ci sono favorite: questa è la prima puntualizzazione che il tecnico tiene a fare per non pendere da nessuno dei due versanti. “Sono sfide entusiasmanti ma non ci sono favorite. Ogni partita è a sé. Chi sceglierei tra Lukaku e Dzeko? Non saprei proprio. Sono ottimi giocatori“, ha dichiarato in un brevissimo intervento ai microfoni di DAZN.
Nell’attesa che si compia il destino della squadra nerazzurra, Motta attende con ansia di conoscere il proprio futuro. Che sia ancora rossoblu o si tinga di nuovi colori, la posta resta comunque alta. Perché in caso di permanenza il Bologna potrebbe giocarsi ben più di un posto tra le prime dieci della classifica. I buoni propositi sono altissimi.