Le statistiche che innalzano il gruppo nerazzurro sul tetto d’Europa al termine di una stagione incredibile, ecco la chiave del successo di Inzaghi
Molto si potrebbe dire sui demeriti dell’Inter in questa stagione, ancor di più si potrebbe dire su quanto di buono è stato fatto. Perché se è vero che il percorso in campionato non sia stato dei più lineari, con diverse fasi alterne ad averlo caratterizzato, è pressoché impossibile privare del gruppo nerazzurro la gloria di aver vinto altri due trofei ed essere arrivati con le proprie forze in finale di Champions League, faccia a faccia contro una delle squadre più letali degli ultimi anni.
Lo dimostrano i numeri. A fini statistici sono infatti stati raccolti tutti i dati che non lasciano scampo a dubbi. Anzitutto il fatto che in questa stagione sono state giocate 57 partite, durante le quali Lautaro Martinez ha messo piede almeno una volta in campo senza lasciarsene sfuggire alcuna.
Il centravanti è stato anche il miglior marcatore della stagione con 28 reti complessive (di cui 21 in campionato alle spalle di Osimhen), suo record personale da quando veste i colori dell’Inter. Tra questi figurano anche gol pesanti, come quelli delle finali di Supercoppa e Coppa Italia.
Certo il suo apporto talvolta è stato inferiore alle attese, ma ad aver inciso su questa particolare tendenze è stato l’intero approccio della manovra offensiva nerazzurra con Edin Dzeko ad averlo assistito per buona parte delle occasioni da rete. Meno pervenuto l’altro centravanti Romelu Lukaku. Da segnalare anche la preziosissima annata di Nicolò Barella, primo per minuti disputati in Serie A.
Numeri da Champions: l’Inter prima in tre classifiche distinte, torna il muro in difesa
Circoscrivendo alla partecipazione in Champions, l’Inter ha fatto di una caratteristica la sua arma vincente. Elemento che gioca controcorrente rispetto a quanto visto ad inizio stagione, quando le tante sconfitte negli scontri diretti erano state addossate alla resa difensiva.
Nelle 13 apparizioni nella massima competizione europea, infatti, l’Inter ha lasciato la porta inviolata per 8 volte. Ciò che desta ancor maggiore stupore è il fatto che abbia superato persino il Manchester City campione nella classifica dei tackle, stagliandosi a 196, ma anche dei palloni recuperati, 494. Sono invece 48 le parate di Onana, maggiori di chiunque altro.
Il fatto che non sia stato il City ad aver raggiunto questo traguardo è interpretabile in due modi: meriti di Guardiola ad aver sofferto poco in tutta la competizione, trovando più facilmente la via del gol in più rispetto agli avversari incontrati, oppure merito dell’Inter ad aver arginato egregiamente chiunque si frapponesse innanzi al successo. La resa difensiva è dunque migliorata, trovando appiglio anche nell’attenzione in fase di non possesso della linea mediana.