De Zerbi: uno dei nomi più gettonati come sostituto nelle settimane in cui Inzaghi è stato in forte discussione; ma non è finita, il ribaltone è ancora possibile
La nuova stagione nerazzurro comincerà con Simone Inzaghi stabilmente in panchina, ma per ora non si è parlato ancora di rinnovo. Il tecnico piacentino ha convinto la proprietà e i tifosi ma non la dirigenza, almeno non del tutto.
Da aprile Marotta e Ausilio ha trascorso parecchie giornate a ponderare su un nuovo profilo a cui affidare la gestione tecnica della squadra. Sono saltati fuori un sacco di nomi, non tutti verosimili. Alla fine, insieme a Thiago Motta, si è tenuto in altissima considerazione Roberto De Zerbi, allenatore del Brighton. In caso di un ribaltone a fine campionato, la dirigenza avrebbe probabilmente affidato la panchina a De Zerbi.
Per Piero Ausilio l’interesse non si è smorzato. Il direttore sportivo dell’Inter è stato a cena con l’allenatore ex Sassuolo nei giorni scorsi a Milano. Apparentemente una cena in amicizia e non di lavoro.
Insomma, non si sarebbe dovuto discutere del futuro dell’Inter né di quello del tecnico, ma è probabile che Ausilio abbia ribadito che un giorno il club vorrebbe avere De Zerbi come allenatore.
De Zerbi, non è finita: prove tecniche di ribaltone
Il ds nerazzurro apprezza De Zerbi da tempi non sospetti: lo seguiva già quando era al Foggia e pare lo abbia preso in considerazione già dopo l’addio di Conte. Alla fine è arrivato Inzaghi, che si avvia al suo terzo anno sulla panchina interista. Ma ciò non toglie che nell’avvenire, non per forza immediato, sia De Zerbi che la dirigenza interista possano aver voglia di collaborare.
Quanti avrebbero scommesso a metà aprile che Simone Inzaghi sarebbe finito al terzo posto in campionato, avrebbe vinto la Coppa Italia e giocato quasi alla pari in finale di Champions contro il City? In quei giorni tutti già immaginavano una nuova Inter, con il tridente, e con De Zerbi in panchina.
L’allenatore italiano del Brighton è stato effettivamente seguito dall’Inter per il dopo Simone Inzaghi. Per le sue idee innovative in senso tattico, per il coraggio con cui propone sempre e comunque un calcio d’attacco, per la sua capacità di far esplodere nuovi talenti, ma soprattutto per la sua personalità.
De Zerbi sa allenare i suoi calciatori per renderli migliori e farli crescere. All’opposto di Conte, l’allenatore ha sempre dichiarato di volere che le sue squadre in campo si divertissero. “A me non interessa che mi seguano come robot, io i soldatini non li voglio, non lo ero io che ero un anarchico. Io voglio dare tutti gli strumenti per facilitare il compito al calciatore, e che durante la partita pensi: Ok mister, mi hai dato tutto, ora ci penso io, ora lascia che la decisione la prenda io“.
I limiti dell’allenatore: piccoli nei trascurabili
Cosa ha fermato l’Inter dal bloccare De Zerbi? Si dice che sia intervenuto Zhang, sia per questioni economiche che di rispetto nei confronti di Inzaghi: il presidente ha fatto capire alla dirigenza che la squadra avrebbe concluso la stagione con il mister piacentino, in qualunque modo si fosse messa la situazione.
In più, per prendere De Zerbi l’Inter avrebbe dovuto rivoluzionare la squadra, acquistando calciatori congeniali allo schema dell’ex Benevento e Sassuolo. E poi c’è un ultimo, più trascurabile, particolare.
De Zerbi è un professionista legato culturalmente e storicamente al Milan. La sua educazione calcistica è rossonera, anche se si è sempre dichiarato tifoso del Brescia. Non sarebbe stata la prima volta di un milanista sulla panchina dell’Inter, ma è sempre meglio non esagerare.