Zhang non vuole vendere, e per rispondere alle voci di un rinnovato interesse da parte di PIF prova a rifinanziare il debito contratto con Oaktree
Qual è il vero piano di Steven Zhang? Mentre è alle prese con processi e udienze su tre fronti (USA, Hong Kong, Milano), il presidente dell’Inter sta sul serio lavorando per rifinanziare il debito contratto con Oaktree che scade nella tarda primavera del 2024. Pare ci siano buone speranze di allungare la scadenza di altro anno.
L’ottimismo di Zhang si basa su due evidenti novità. La prima: il club ha usato solo una minima parte dei soldi presi in prestito dal fondo americano. La seconda: grazie ai successi sportivi della scorsa stagione, l’appeal e gli introiti della società sono cresciuti.
C’è poi un orizzonte strategico fondamentale: prima di vendere davvero l’Inter, Zhang vorrebbe chiudere la pratica dello stadio. Con uno stadio di proprietà (anche solo un progetto di costruzione approvato su un terreno già acquistato) avrebbe la possibilità di strappare la cifra che vorrebbe: 1,2 miliardi di euro.
Zhang non vuole vendere, per ora… Occhio a PIF
Intanto la sentenza della UEFA sul caso RedBird e sulle multi-proprietà (Milan e Tolosa) ha aperto nuove possibilità di investimento per il Public Investment Fund. La scottante situazione che coinvolgeva due società qualificate alle prossime competizioni europee riguardate Milan e Tolosa non è l’unico caso di multi-proprietà nel calcio europeo. Dunque, anche per motivi tecnici e di opportunità poliche, la UEFA non poteva far altro che condare la fattispecie.
Troppe volte il limite era già stato aggirato (per esempio da Lipsia e Salisburgo, due club posseduti dal marchio Red Bull), e non aveva più senso perpetrare una discriminazione verso fondi e società in grado di possedere più club contemporaneamente.
Da qui l’apertura di uno scenario molto interessante per gli arabi. Presto potrebbe muoversi il potente fondo d’investimento sovrano dell’Arabia Saudita, PIF. Dopo l’acquisizione l’acquisizione del Newcastle in Premier League, il potente fondo che partecipa per via indiretta anche al Chelsea e a tante squadre di Saudi League, potrà prendere un secondo club in Europa.
L’intenzione del fondo è chiara già da parecchi mesi: si punta ad acquistare un grande club di uno dei cinque campionati maggiori europei. E da sempre PIF guarda con molto interesse anche all’Inter.
La potenza di PIF in Arabia Saudita e in Europa
Secondo quanto riportato da Bloomberg, dopo aver puntanto a una squadra minore in Italia o in Ligue 1, ora il Public Investment Fund potrebbe voler ampliare i propri investimenti con l’acquisizione di un top-club in Europa.
Non è più un mistero, dato che lo hanno ammesso gli stessi dirigenti del Public Investment Fund: in passato, prima di chiudere per il Newcastle, i finanzieri sauditi di Mohammad bin Salman Al Sa’ud hanno provato ad acquistare l’Inter, ma si sono dovuti bloccare di fronte al muro alzato da Zhang, che non voleva vendere, come non vuole vendere neanche adesso.
Intanto il fondo sta spendendo milioni su milioni per rendere la Saudi League un campionato allettante al pubblico internazionale. Ben quattro club sono di proprietà del fondo PIF. Un fondo sovrano che può spendere senza limiti economici e burocratici. Proprio dopo gli investimenti del fondo, sono saltati tutti i tetti per la lega. Anche gli altri club hanno cominciato a spendere cifre enormi per assicurarsi i campioni. Da molti anni il calcio non ha una guida che migliori il prodotto.
Il calcio, in Arabia, non è solo un investimento economico. C’è in gioco anche il prestigio. E soprattutto la popolazione premia anche politicamente i miliardari che portano in Arabia top-player come Cristiano Ronaldo, Firmino, Koulibaby e Brozovic.