Il derby di Milano è una lunga storia fatta anche di infedeltà, delusioni e defezioni: famoso è il tradimento mai perdonato dai tifosi del Milan deciso da un incontro all’una di notte
Per i tifosi nerazzurri il voltafaccia meno digeribile della storia rimarrà per sempre quello di Ronaldo il Fenomeno, che nel 2007, dopo un quinquennio al Real Madrid, tornò in Italia vestendo la casacca del Milan. Gli altri passaggi dal nerazzurro al rossonero non hanno fatto così male. Dopotutto anche Meazza, uno simbolo del club interista, nel 1940 passò alla rivale cittadina.
Ganz, Pirlo, Vieri, West, Seedolf… tutti giocatori importanti per l’Inter, ma mai troppo rispianti nonostante in certi casi abbiano fatto benissimo in rossonero. Il tradimento diventa clamoroso e poco gestibile allorquando il giocatore è un simbolo per il club, che nessuno potrebbe mai immaginarsi con la maglia dei rivali.
Sono tanti i doppi ex. I giocatori che hanno giocato con l’una e l’altra squadra. Baggio è stato nel Milan dal ’95 al ’97 e poi al ’98 al 2000 all’Inter. Davids fu una bandiera rossonera, fino al 1998, per poi approdare in nerazzurro nel 2004. Crespo è stato due volte all’Inter (dal 2002 al 2003 e poi dal 2006 al 2008) con un intervallo di due anni al Milan.
Tutte questioni subito dimenticate. Ma così come all’Inter fece malissimo vedere Ronaldo Il Fenomeno in campo con i rossoneri, allo stesso modo ai milanisti fece soffrire il passaggio di Leonardo all’Inter.
Tradimenti mai perdonati: il derby di chi cambia casacca
Un fatto risalente al 2010. Non un vero e propio passaggio diretto. Leonardo era stato calciatore e dirigente del Milan, poi nella stagione 2009-10 diventò anche il mister dei rossoneri. La stagione dopo prese in corsa il posto di Benitez (a dicembre) all’Inter. Raggiunse il secondo posto (proprio dietro al Milan) e vinse la Coppa Italia.
Di recente l’ex allenatore e dirigente brasiliano è tornato sull’ancora discusso passaggio sulla panchina dei nerazzurri. Intervistato da globoesperte, Leonardo ha voluto raccontare ancora cosa lo spinse a compiere quel gesto, interpretato dai tifosi del Milan come un tradimento.
“Lasciai il Milan nel 2010 e mi fermai“, ha spiegato il brasiliano. “E non perchè avessi qualche altra proposta. È stata una di quelle pause di carriera. Ho avuto un rapporto molto forte con Massimo Moratti, presidente dell’Inter. I rapporti familiari, i figli, i brasiliani che giocavano nell’Inter finirono per avvicinare anche me a quel mondo. Moratti mi chiamò a dicembre, verso Natale. Ci aveva provato con me diverse volte prima e io gli avevo sempre risposto che non potevo“.
“Ci siamo incontrati all’una di notte a casa sua“, ha raccontato ancora Leonardo. “E in quella conversazione non c’è stato modo di rifiutare. Ho sempre agito d’istinto, e lì, per ragione o emozione, mi sono lasciato coinvolgere nel suo progetto“.
Leonardo racconta il suo tradimento al Milan: “Dopo ho ricevuto minacce”
Dopodiché l’ex dirigente del PSG ha ammesso che è stato difficile vivere in città dopo quel passaggio all’Inter. “Fu molto, molto complicato. Ma non mi aspettavo nemmeno che fosse così complicato, perché Ronaldo aveva giocato sia all’Inter che al Milan, lo stesso Ibrahimovic o Roberto Baggio. Io non sono né Ronaldo, né Baggio, né Ibrahimovic… Forse, a differenza di quelle grandi stelle che giocarono per entrambe le squadre, il mio rapporto con il Milan era più profondo: ero al centro del club“.
“È stato molto pesante, giorno dopo giorno sempre di più. Il derby che ho giocato, Milan-Inter, è stato molto pesante, molto forte“. Leonardo parla del derby perso per 3-0, che in caso di vittoria avrebbe potuto portare l’Inter in vetta alla classifica dopo una rincorsa straordinaria fatta di 12 vittorie consecutive.
Leonardo ha anche ammesso di aver affrontato episodi di minacce? “Ho subito molte minacce, ma non importa. La minaccia deve essere interpretata come una cosa positiva… Ricordo anche quello che disse il presidente Moratti: ‘Cavolo Leo, tutta questa mobilitazione per un solo ragazzo, mi sembra una bella cosa’. È un genio, Moratti. Davvero un uomo geniale“.