La stagione 2022-23 è stata tanto bella quanto dolorosa per Simone Inzaghi: a un passo dall’esonero, l’allenatore ha saputo recuperare fiducia e forza, fino a guadagnarsi sul campo il rinnovo
Di natura Inzaghi sembra un tipo tutt’altro che tranquillo: in panchina s’innervosisce spesso e, quando messo sotto esame o criticato da intervistatori o giornalisti un po’ più antipatici, risponde piccato. Eppure, come un Buddha, il mister piacentino ha saputo coltivare nella profondità dell’anima sua un’autocosciente volontà di ascesa, affrontando con apparente serenità e grande dedizione alla causa anche i momenti di maggiore difficoltà, quando tutti gli davano addosso.
Ecco la vera forza di Inzaghi: ha tenuto duro nei momenti meno brillanti, ha continuato a credere nel gioco della sua Inter fino in fondo. E così, nonostante i due Scudetti persi, ha vinto in due anni di Inter due Coppe Italia, due Supercoppe Italiane e ha raggiunto una finale di Champions.
La primavera scorsa si parlava di esonero quasi certo per Inzaghi, ma in estate è già arrivato il rinnovo. Un doveroso riconoscimento per un allenatore che si è preso a cuore le sorti del club nerazzurro.
Anche il mercato è stato sempre complicato per l’ex Lazio. Arrivato all’Inter ha perso Lukaku e Hakimi. L’anno dopo, ha dovuto dire addio a Perisic. Quest’estate ha dovuto salutare Onana, Brozovic, Dzeko e di nuovo Lukaku, “accontentandosi” di nomi non sempre rubricabili fra i suoi desiderata (tranne nel caso di Pavard).
Dal quasi esonero al rinnovo: Inzaghi ora punta alla seconda stella
L’ultimo anno di Inzaghi è stato parecchio altalenante. Le tante sconfitte in campionato lo hanno portato a un passo dall’esonero, ma lo sprint finale in A e la cavalcata quasi miracolosa in Champions gli hanno garantito il rinnovo… e in tutto ciò Inzaghi ha incassato critiche, soprattutto interne, senza mai eccedere in polemiche o recriminazioni. Ha dimostrato classe.
Prolungando il proprio legame con l’Inter fino al 2025, l’allenatore si assume ora altri oneri. La società vuole lo scudetto. E Inzaghi farà di tutto per arrivare alla seconda stella. Lo si accusa spesso di intransigenza tattica. Ma alla fine, l’allenatore sembra aver imparato dai suoi errori. Proprio per questo è ancora all’Inter.
L’ultimo allenatore a cominciare la terza stagione alla guida dei nerazzurri era stato Roberto Mancini, nel 2006. E nemmeno il Marcio era riuscito a vincere il tricolore nelle due stagioni precedenti. Lo Scudetto arrivò alla terza panchina. Una statistica di buon auspicio?
“Quando arrivo in una squadra porto trofei, ricavi e poche perdite”, disse Inzaghi, quando sentì in dovere di difendersi dalle critiche. E fin ora i fatti hanno confermato le sue dichiarazioni.
Chi ben comincia…
Il piacentino si trova anche sul podio dei tecnici con la media punti più alta della storia nerazzurra. Occupa il terzo posto, con 2,09 punti a gara su un totale di 112 sfide. In vetta alla graduatoria troviamo Mourinho, a quota 2,18 in 76 partite giocate. Al secondo posto c’è Antonio Conte, con una media di 2,11 in 65 incontri.
Dopo le prime tre giornate di campionato, l’Inter sembra più solida che mai. Tanti goal fatti, bel gioco e zero gol subiti. Una statistica che rende l’Inter la miglior difesa di questo inizio di stagione nei principali campionati europei.
L’anno scorso l’Inter creava tante occasioni, ma segnava poco, s’innervosiva e incassava goal evitabili perdendo la testa. Ma ora, anche se è presto dirlo, sembra che il bug sia stato risolto. Nonostante il fatto che sia andato via un ottimo portiere, che non ci sia più Brozo a dettare i tempi a centrocampo e che l’attacco sia stato rivoluzionato.