Moratti allo scoperto: “Ecco perché ho ceduto l’Inter”

L’ex Presidente nerazzurro è tornato a parlare a proposito della squadra gestita da egli stesso in passato. Mourinho e non solo: di mezzo anche l’argomento stadio

E’ Massimo Moratti, senza ombra di dubbio, il Presidente più vincente nella storia dell’Inter: imprenditore che viene ricordato con particolare affetto da ogni tifoso interista per i suoi 16 trofei conquistati a capo della dirigenza nerazzurra sui 39 titoli che il club meneghino possiede in totale.

Moratti: "Cedetti l'Inter perché sapevo già cosa sarebbe diventato il mondo del calcio"
Massimo Moratti (LaPresse) – interlive.it

Il noto impresario italiano, rimasto al timone societario dell’Inter in due periodi distinti (dapprima dal 1995 al 2004 e, successivamente, dal 2006 al 2013), ha contribuito in maniera costante alla crescita avuta dal club di ‘Viale della Liberazione’ negli anni. Il ricordo più bello che lega Moratti all’Inter? Manco a dirlo: il Triplete conquistato nel 2010.

Pur avendo dato il proprio addio alla società meneghina dieci anni fa esatti, però, l’ex patron interista è sempre e comunque rimasto particolarmente attento a ogni tipo di situazione inerente ai nerazzurri. A certificarlo le sue dichiarazioni rilasciate recentemente alla stampa.

Moratti: “Lasciato l’Inter perché sapevo già cosa sarebbe diventato il mondo del calcio”

La Gazzetta di Parma‘ ha intervistato in esclusiva Massimo Moratti, ex Presidente dell’Inter che si è così espresso riguardo la sua vecchia società:

Massimo Moratti (LaPresse) – interlive.it

“Per quale motivo ho lasciato l’Inter? E’ semplice: era giunto il momento di passare la mano. Già anni fa c’erano le avvisaglie di quello che sarebbe, ben presto, diventato il mondo del pallone e così è stato – esordisce.

“Questo è un calcio che, al giorno d’oggi, un uomo solo non è più in grado di gestire in rapporto a un club di primissimo livello. Continuiamo, infatti, a sorprenderci del fatto che giocatori e giocatori scommettano sulle partite dimenticandoci, però, che ci sono club sponsorizzati da aziende di allibratori. Mi spiace, ma non è questo il calcio che mi piace” – spiega. “Se mi manca l’Inter? Sarò sincero: Non mi manca perché non ho avuto proprio il tempo per sentirne l’assenza negli ultimi anni“.

Prosegue poi: “Naturalmente continuo a seguire l’Inter da tifoso appassionato, sto avendo modo di percepire un buon clima intorno alla squadra. Mi sembra di vedere una formazione ben solida e costante nel rendimento. San Siro? Non vedo alcun tipo di ragione per abbatterlo. Era e resta un simbolo del calcio milanese, oltre che dell’intera città di Milano”.

Conclude infine: Il mio colpo più clamoroso di sempre è stato lo scambio tra Ibrahimovic ed Eto’o. Sì, ancor più dell’affare Ronaldo. Su Mourinho, invece, sapete come la penso. Fa del lavoro la sua religione. Mentre il rimpianto più grande è stato quello di cedere Pirlo al Milan. Quello si che fu un errore, col senno di poi avremmo dovuto aspettarlo”.

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