PSG-Inter, la ‘mossa’ di Inzaghi per la finale: scelto l’11 titolare

L’allenatore sa già da un mese qual è la formazione da schierare all’Allianz Arena per la finale di Champions. L’unico dubbio sembra essere stato risolto

Manca davvero poco alla finalissima fra Inter e PSG. Da qui a sabato 31 maggio, Inzaghi dovrà solo preoccuparsi di evitare che i suoi giocatori si affatichino o si facciano prendere dall’ansia. I nerazzurri sanno chi si troveranno di fronte, come giocare e dove e quando colpire. Di certo, Simone Inzaghi non perderà tempo a pensare a nuove soluzioni tattiche. L’11 titolare è già definito nella sua testa. E lo stesso vale per Luis Enrique.

Lautaro Inzaghi
PSG-Inter, la ‘mossa’ di Inzaghi per la finale: scelto l’11 titolare (Ansa) – interlive.it

Per Inzaghi l’unico punto interrogativo riguardava le condizioni di Pavard, la cui ultima presenza risale al 27 aprile 2025, nella partita contro la Roma. Il francese ha saltato le ultime quattro gare di campionato a causa di un infortunio alla caviglia. Sarebbe voluto tornare già per la semifinale di ritorno contro il Barcellona, ma come ha ammesso lui stesso si sentiva al 50% e sapeva dunque di non poter essere davvero utile alla squadra. Ora, però, è stato recuperato e sarà schierato titolare contro il PSG.

La formazione nerazzurra rivelerà dunque poche sorprese. Tutti ci aspettiamo Sommer in porta, Pavard, Acerbi e Bastoni in difesa, Dumfries a destra, Dimarco a sinistra, Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan a centrocampo e Lautaro e Thuram in attacco. E il PSG? Enrique dovrebbe affidarsi al suo solito 4-3-3. Con Donnarumma fra i pali, Hakimi terzino destro e Mendes a sinistra. Al centro della difesa Marquinhos e Pacho. Sulla mediana, da destra a sinistra: Joao Neves, Vitinha e Fabian Ruiz. Davanti, Barcola, Dembélé e Kvaratskhelia.

Lo sappiamo, il PSG è sulla carta superiore all’Inter. Ha più qualità individuali ed è una squadra piena di soluzioni in attacco. Sia Barcola che Kvara possono inventarsi la giocata in ogni frangente. Dembélé sa segnare in tutti i modi. Luis Enrique ha già vinto la Champions League con il Barcellona e il club parigini è molto accanito: ci credono, in questa Champions, e non vogliono lasciarsela sfuggire. Anche fisicamente, les Rouge et Bleu, sono in vantaggio. La squadra è più giovane, più fisica e ha avuto un calendario più leggero nelle ultime settimane.

Dimarco contro Hakimi: Inzaghi studia il modo per bloccare il PSG

L’Inter, però, ha dimostrato di poter battere qualsiasi avversario e di potersi esaltare contro squadre, teoricamente, superiori. In più, i nerazzurri possono contare su una maggiore esperienza e su altre due qualità fondamentali: la solidità difensiva e l’organizzazione a centrocampo. I francesi sono forti in ogni reparto, ma possono soffrire in difesa, soprattutto contro squadre che attaccano con più uomini. Marquinhos e Pacho sono forti, ma non sono così sicuri in marcature. Specie Pacho può soffrire la pressione alta e i movimenti rapidi di Thuram.

Hakimi e Dimarco
Dimarco contro Hakimi: Inzaghi studia il modo per bloccare il PSG (Ansa) – interlive.it

Sappiamo poi che la squadra di Luis Enrique tende a giocare con un pressing alto, secondo la scuola catalana. E così com’è capitato contro il Barcellona, l’Inter ha la possibilità di far male in ripartenza. Se il pressing dei francesi viene superato, ci sono molti spazi per far male. Barella sarà chiamato a inventare il passaggio per lanciare Dumfries e Dimarco sulle fasce e creare superiorità numerica.

Il PSG ha un gioco offensivo che si basa fondamentalmente sulle giocate di Dembélé e Kvaratskhelia. E i nerazzurri dovranno essere bravi a bloccare le fasce e a interrompere i dialoghi tra terzini e attaccanti laterali. L’uomo di cui preoccuparsi, in questo senso, è Hakimi. Il marocchino sa spingere sulla fascia e affondare. Dimarco potrebbe soffrirlo in termini di velocità e ritmo. Bisognerà verosimilmente raddoppiare la marcatura: Mkhitaryan dovrà dare una mano al canterano nerazzurro per impedirgli di accelerare. Toccherà però a Dimarco pressarlo alto per costringerlo a giocare il pallone rapidamente. L’armeno, invece, dovrà provare a ridurre la sua libertà di movimento schermando i passaggi.

Hakimi, che è bravissimo in fase offensiva, può lasciare qualche spazio dietro di sé. E qui l’Inter dovrà provare a sviluppare trame di gioco precise e veloci, magari con sovrapposizioni con Thuram e Lautaro per mandarlo in crisi.

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