Game over Inzaghi: i 5 errori imperdonabili contro il PSG

L’Inter ha perso in finale contro il PSG: le responsabilità si dividono tra allenatore e calciatori. Ecco le colpe di Inzaghi

Il 5-0 rimediato dall’Inter contro il PSG ha le stigmate della disfatta epocale, senza attenuanti. Non si è visto nulla della squadra tenace e travolgente, che non ha mollato un centimetro nel percorso in Champions League di questa stagione. Non può essere questa l’Inter e gli errori di tutte le parti in causa sono evidenti, a partire dall’allenatore.

Inzaghi deluso
Inzaghi ha diverse responsabilità nella sconfitta contro il Psg (LaPresse) – interlive.it

In particolare, ci sono cinque punti che devono far riflettere su com’è andata la serata di Monaco e la sensazione è che ieri si sia chiuso un ciclo nel peggiore dei modi. Ma passiamo in rassegna gli errori e le responsabilità di Inzaghi, che ha totalmente perso il confronto con Luis Enrique.

  • Fase difensiva di posizione mai efficace: l’Inter ha scelto di partire piuttosto bassa nel tentativo di non prendere gol dal PSG. È stata una strategia conservativa e della paura, che ha subito sortito l’effetto opposto, dato che sono arrivate due reti nei primi 20 minuti – non era mai successo in una finale di Champions League. Ci si può appellare agli errori individuali, ma serviva più coraggio nel tentare di spaventare e prendere alto il Psg. Magari si sarebbe perso comunque, ma con la sensazione di aver giocato la partita.

Tutte le colpe di Inzaghi: dalla comunicazione ai flirt con l’Arabia

Insomma, il piano partita è stato completamente sbagliato, nonostante la testa e gli sforzi da giorni puntassero all’evento, ma ciò che è imperdonabile è soprattutto l’atteggiamento della squadra.

Inzaghi con la Champions
La sensazione è che il ciclo di Inzaghi all’Inter sia finito (LaPresse) – interlive.it
  • Piano partita sbagliato e senza coraggio: il primo punto si è tradotto ben presto in una squadra che non riusciva a trovare soluzioni al PSG in nessun punto del campo. Pur riconoscendo i meriti di Luis Enrique e dei suoi, bisognava preparare uscite diverse e dirette o esterne cercando di sfruttare gli spazi lasciati da Hakimi. L’Inter, invece, si è consegnata agli avversari.
  • Caricare una partita già troppo carica: la sensazione è che comunque qualcosa sia sfuggito di mano nella preparazione della finale. Abbiamo sentito spesso Inzaghi urlare in allenamento, chiedere intensità e caricare l’ambiente a modo suo. Dopo uno scudetto perso male, però, bisognava fare l’esatto contrario, dare tranquillità a una squadra che ne ha passate troppe e che sentiva già troppo l’evento.
  • Comunicazione sbagliata: non si può arrivare all’ultima partita di una stagione lunghissima, “la partita” per eccellenza e che può segnare un’epoca parlando più del futuro dell’allenatore che della gara in sé. Le voci andavano bloccate prima e hanno sicuramente inciso su un ambiente già scosso.
  • Cambi senza senso e arrendevoli: la situazione era già compromessa e difficilmente recuperabile – poi hanno inciso anche gli infortuni -, ma non si può terminare una partita così importante e con avversari di valore con calciatori come Zalewski e Asllani (con tutto il rispetto) che hanno poca familiarità con contesti del genere. E sono di un livello diverso.

Il giorno dopo la sconfitta fa ancora molto male e in molti sono convinti che sia finito un ciclo. Certo, salutare con un ko così grave sarebbe una macchia grave sull’intera esperienza di Inzaghi a Milano.

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