L’esilio dorato in Arabia, sulla panchina dell’Al-Hilal, sembra cominciato nel migliore dei modi per l’ex allenatore dell’Inter
Simone Inzaghi ha già ottenuto grandi risultati con la sua avventura da tecnico. I sauditi, che hanno investito grandi capitali per strapparlo all’Inter, saranno soddisfatti e ora cercheranno di accontentarlo sul mercato prendendogli un nuovo attaccante di livello (Osimhen, che però è ancora seguito dal Galatasaray ed è corteggiato dalla Premier e dal Milan) e un laterale di qualità (Theo Hernandez).
Lo stesso Inzaghi si è detto molto soddisfatto dell’accoglienza riservatagli dal club e dalla risposta dei suoi nuovi giocatori: “In una sola settimana, ho visto cose che non avevo visto in molti club che ho allenato“, ha dichiarato l’ex Inter. Ma intanto in Italia si continua a ragionare sul finale di campionato della sua Inter. Dello Scudetto perso e dell’umiliante sconfitta in finale contro il PSG. In tanti vorrebbero capire cos’è successo, fisicamente e mentalmente, alla squadra. Quali sono le ragioni che hanno portato a una resa così clamorosa?
L’uomo da interrogare è Fabio Ripert, il nuovo preparatore atletico dell’Al-Hilal, ovvero colui che fino a poche settimane fa ha gestito la condizione dei nerazzurri per Simone Inzaghi. Il preparatore ha parlato a Tuttosport, concentrandosi sulle tante critiche ricevute rispetto all’ultima annata dell’Inter. I tifosi parlano di una squadra mai entrata davvero in forma e da febbraio sulle ginocchia. Di troppi infortuni, tante ricadute e scelte di preparazione e recupero assai discutibili.
Ripert difende Inzaghi: “Non si può parlare di preparazione sbagliata“
“Servono le competenze per criticare tecnicamente una preparazione atletica“, si è difeso Ripert. “Fisiologicamente, per cambiare l’aspetto atletico di un giocatore e di una squadra, servono 7-8 settimane… Se affronti Bayern e Barcellona ed esci dal campo dopo prestazioni storiche, non si può parlare di preparazione sbagliata col PSG, visto che la finale è stata giocata poche settimane più tardi“.
Ripert è poi tornato a parlare della stagione 2023/24. “La scorsa annata abbiamo vinto lo Scudetto a marzo. Si doveva parlare di condizione fisica incredibile, nessuno ha proferito parola. Gli infortuni quest’anno sono stati un 5% in più rispetto a quelli dell’anno precedente, ma meno gravi. Poi cambia giocare 60 partite, come l’Inter, o 41, cioè un girone intero in meno, come il Napoli. Complimenti a loro per il titolo, ma è normale ci fosse una stanchezza diversa“.
L’intervistato ha cercato anche di spiegare il perché dei tanti goal presi tra il 75’ e il 90’. “Scrivere che dipenda tutto dall’aspetto fisico è un discorso da bar. L’aspetto mentale può inquinare quello fisico. Tutto è multifattoriale“, ha specificato.
Le ragioni delle critiche
In fine, l’intervistato ha anche commentato la pessima sconfitta in finale contro il PSG. Quella finale, Ripert, l’ha definita come “la partita più brutta dei quattro anni“. Ha poi ammesso che la squadra non l’ha neanche giocata… “Ma sono tanti i fattori della sconfitta, i dati atletici non erano così negativi come si può pensare“. Un preambolo per incensare ancora Inzaghi: “La gestione Inzaghi ha una media punti altissima, ha conquistato 6 trofei giocando un bellissimo calcio, facendo incassare circa 500 milioni, un record per il club“.
Tutte cose note e già ben disposte sulla bilancia, dal lato degli aspetti positivi. Ma resta da capire come mai nella stagione 2024/25 la squadra non è apparsa mai brillante fisicamente e il perché degli infortuni a raffica. E, soprattutto, resta da spiegare il motivo per cui i nerazzurri sono crollati sul più bello sull’aspetto mentale. “In finale di Champions abbiamo corso più del PSG. Se si rigiocasse, finirebbe diversamente“, ha detto il collaboratore di Inzaghi. Ripert si difende tirando in ballo le partite contro il Bayern e il Barcellona.
Bisogna però ricordare che il secondo tempo con il Bayern è finito 2-2, con l’Inter in affanno. E il secondo tempo col Barcellona segnava un 3 a 1 per loro. Altre conferme dei cali dei secondi tempi come vera costante di tutta l’annata.