Secondo la leggenda, il presidente simbolo del milanismo era un interista sfegatato e provò anche a prendere il club nerazzurro
Per i tifosi rossoneri, Silvio Berlusconi è più di un bomber: è un mito calcistico intoccabile. Fu infatti l’ex presidente del Consiglio, con i suoi sforzi imprenditoriali e con il suo innegabile seppur controverso carisma a rendere il Milan una società vincente in Italia e in Europa.
Con Berlusconi proprietario e presidente, il Milan ha raggiunto il suo apice storico, tanto a livello sportivo che mediatico, trasformandosi in pochi anni in un club conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Negli decenni, Berlusconi si è dunque dimostrato un tenacissimo rivale per l’Inter. Anche se, culturalmente, il Cavaliere ha sempre mostrato grande rispetto per i cugini.
Ma è vero: Silvio Berlusconi provò sul serio a comprare l’Inter. Ma no, non era interista. La vicenda è molto affascinante. Furono infatti tre i tentativi del Cavaliere di diventare proprietario del club nerazzurro.
Ci provò la prima volta nel 1972. Allora, Silvio Berlusconi era ancora un giovane imprenditore edile, noto soprattutto per aver costruito il quartiere residenziale di Brugherio. Non è ancora Sua Emittenza, ma già aveva intuito una cosa fondamentale. Ovvero che il calcio era più di uno sport.
Attraverso il calcio, Berlusconi sapeva di poter conquistare potere commerciale e sociale. Così, con l’aiuto del senatore socialista Agostino Viviani, Berlusconi si fece introdurre a Peppino Prisco, il leggendario vicepresidente dell’Inter.
Berlusconi e i tentativi per comprare l’Inter
L’avvocato Prisco, seppur poco convinto, lo portò da Ivanoe Fraizzoli, il presidente nerazzurro. Berlusconi, senza intimorirsi, presentò le sue idee: voleva acquistare l’Inter, creare un canale televisivo dedicato e rivoluzionare il modo di vivere il calcio.
Secondo la leggenda, Fraizzoli non lo prese sul serio. E lo liquidò con una frase in dialetto milanese: “L’è tropp giuvin. Se vedum fra des ann”. Cioè: “Sei troppo giovane. Ci vediamo tra dieci anni”.
Berlusconi avrebbe tentato ancora dopo qualche anno, senza però riuscire ad arrivare con un’offerta congrua. Cercava soci che non riuscirono a garantirgli i liquidi necessari.
E dieci anni dopo, ci riprovò davvero. Oramai era diventato un pezzo da novanta. Amico intimo di Craxi e magnate televisivo. Nel 1982 aveva già fondato Canale 5 ed era noto a tutti come imprenditore rampante e di successo. Dunque, Berlusconi incontrò di nuovo Fraizzoli, portando con sé un’offerta generosa.
Fraizzolini, però, non si convinse. In quel possibile acquirente, il presidente nerazzurro subodorava qualcosa che non andava. E, infatti, venne subito a galla un ostacolo insormontabile. Berlusconi ammise di essere milanista. E Fraizzoli, uomo d’onore e fede nerazzurra, disse di non poter cedere l’Inter a un tifoso del Milan.
Così, l’Inter passò a Ernesto Pellegrini, e Berlusconi si convinse che era meglio provare a prendere il Milan. Secondo alcune fonti, Berlusconi fino a quel momento aveva evitato di trattare il club rossonero per via di un mago, che gli avrebbe predetto sventure se avesse comprato il Milan. Ma lui, da uomo pragmatico e visionario, ignorò la profezia e acquistò comunque il club rossonero nel 1986.
La leggenda dell’interismo
La voce che Berlusconi fosse interista da giovane è antica. Ma Adriano Galliani, suo storico braccio destro, lo ha smentito più volte, ricordando che anche il padre di Berlusconi era un milanista e che Silvio, già da ragazzino, andava a vedere i rossoneri allo stadio.
Anche Fedele Confalonieri e altri amici hanno confermato che Silvio non ha mai tifato Inter. Ciononostante, un piccolo dubbio resta… Perché ha provato ad acquistarla, e più volte, con tanto accanimento?
Ma cosa sarebbe successo se Fraizzoli avesse accettato l’offerta di Berlusconi? Per il Milan non ci sarebbe mai stato lo squadrone di Sacchi con Van Basten e Gullit e con le Champions. E all’Inter forse non sarebbe mai arrivato poi Moratti, l’uomo che ha portato Ronaldo il Fenomeno e poi il Triplete.