I tre acquisti che avrebbero dato anche una ventata di aria fresca a squadra e ambiente. Almano due big andavano mandati via
Chivu avrebbe voluto e pensava, viste le dichiarazioni che rilasciò nella conferenza di presentazione, che l’Inter avrebbe fatto un mercato diverso. Un mercato, con tutte le difficoltà del caso, in grado di cambiare un po’ il volto della squadra.
“Più imprevedibile”, disse il rumeno quando era appena cominciata la telenovela Lookman e si credeva in un tentativo per Leoni. Invece le cose erano già chiare allora: il mercato non sarebbe stato rivoluzionario, bensì reazionario. Reazionario rispetto alla volontà dello stesso Chivu di dare una scossa, nuovi stimoli e nuovi concetti a un gruppo che il 31 maggio scorso era stato sepolto vivo a Monavo di Baviera.

Il mercato reazionario di Marotta e Ausilio
C’erano tutti i presupposti per un cambiamento importante della rosa, invece Marotta e Ausilio hanno deciso di non andarci giù pesante, confermando tutti i big, persino i più anziani prendendosi tutti i rischi del caso: non è semplice rialzarsi dopo quel che è accaduto l’anno scorso mantenendo gli stessi uomini, difficilissimo vincere se alcuni di questi sono in scadenza contrattuale e già certi dell’addio al termine di questa stagione.
Chivu ha subito le scelte del club
Chivu non ha condiviso, come la stampa amica ha spesso scritto, bensì subito il mercato e le scelte dirigenziali. È un novello della panchina, capitato quasi per caso all’Inter con sole 13 partite alle spalle in Serie A. Riassumendo: non poteva fare la voce grossa, sbattere i pugni sul tavolo alla Conte. Ma cosa voleva esattamente? Non è un mistero: almeno un centrale, ma a proposito di scelte… Andava lasciato andare uno tra Acerbi e de Vrij.
Poi un mediano alla Ederson o Kone, in buona sostanza una sorta di equilibratore per passare alla mediana a quattro, con tre attaccanti davanti: Thuram, Lautaro e Lookman, quest’ultimo emblema di quell’imprevedibilità annunciata. Il giocatore capace di saltare l’uomo e creare superiorità, di cui ormai si parla dalla notte dei tempi.
Insomma, all’Inter sarebbero serviti necessariamente tre nuovi titolari di zecca, rinunciando ad almeno un paio di big (Acerbi e Calhanoglu su tutti) per consentire a Chivu di modificare determinati concetti di gioco appartenenti al predecessore Inzaghi. Dando, al contempo, maggiore stabilità alla squadra dal punto di vista difensivo: prendendo troppi gol, i campionati non si vincono.
L’Inter non può giocare diversamente: la gara con la Juve vale già tantissimo per Chivu

Il mercato da Milan 2.0 gli ha invece regalato buoni giocatori, ottimi nel caso di Sucic, ma nemmeno uno di quelli richiesti, come nome e come caratteristiche. La rosa è senz’altro più profonda, con più garanzie davanti rispetto all’anno scorso, ma l’undici titolare è difatti lo stesso di sempre, quello sotterrato dal PSG con, per giunta, un anno in più sulle spalle. Con questi giocatori, difficilmente l’Inter potrà cambiare modo di giocare, ma Chivu deve provare quantomeno (impresa ardua) a dare più protezione alla difesa, nel caso anche con decisioni forti. La gara con la Juventus, dopo il ko con l’Udinese, vale già tantissimo, soprattutto per lui.