Già in pole per sostituire Inzaghi: profilo in linea con la nuova linea dettata da Oaktree
Chi dice che Chivu resterà all’Inter almeno fino al termine della stagione qualunque cosa accada, che poi sono i soliti trombettieri di corte, be’ la spara grossa. Anzi grossissima. Cosa veniva detto su Thiago Motta l’anno scorso? Resta a prescindere sulla panchina della Juventus, c’è un progetto triennale… Tutte balle: se un allenatore non fa risultati, a maggior ragione se questo allenatore siede sulla panchina di una big, l’esonero prima o poi, più prima che poi arriva.
Ma è anche normale che sia così. Se la squadra sta sprofondando mettendo a serio rischio l’obiettivo minimo, che per l’Inter è la qualificazione alla prossima Champions, la strada percorribile a stagione in corso sarebbe soltanto una: il licenziamento del tecnico. In questo caso di Chivu, per giunta arrivato in un momento particolare senza essere la prima, ma neanche la seconda scelta. È un novizio della panchina, alle spalle ha soltanto 13 partite in Serie A: il club non gli ha fatto il mercato che voleva, ma essendo un neofita non ha potuto sbattere i pugni sul tavolo.
Siamo convinti che la dirigenza lo difenderebbe fino al possibile se non all’impossibile, ma a una delle leggi del calcio nessuno può sfuggire. A mali estremi, estremi rimedi: chi paga è sempre l’allenatore, a prescindere dalle ragioni e dai torti, anche perché nel bel mezzo di una stagione non è che si possa ribaltare mezza squadra. Il cambio di guida tecnica è sempre l’unica soluzione fattibile (non per forza di cose la migliore) per provare a rimettere in piedi le cose.

Ci teniamo a sottolineare che Chivu non è a rischio esonero, né lo sarà qualora dovesse perdere a Torino contro la Juventus. Certo, un ko all’Allianz Stadium dopo la sosta, nel caso il secondo consecutivo dopo quello casalingo con l’Udinese, farebbe aumentare a dismisura le pressioni su di lui, riducendo davvero al minimo la fiducia nei suoi confronti da parte dei tifosi. Eventualmente l’Inter lo proteggerà, Marotta non è tipo da cambiare in corsa l’allenatore e Oaktree non intende buttare soldi dalla finestra.
Da un ex Triplete a un altro: Thiago Motta se salta Chivu
Ma se l’esonero a stagione in corso diventasse qualcosa di ineluttabile, chi prenderebbe l’Inter? Escludendo straneri mai stati in Serie A e figure ingombranti nonché minestre riscaldate già respinte dalla dirigenza quali Mancini e Mourinho, oltre che ex alla Spalletti che si sono lasciati malissimo con Marotta, i papabili si conterebbero davvero su una mano. Forse anche su mezza. A ‘TopCalcio24’ è stato fatto questo giochino, e dal cilindro è uscito fuori un nome tutt’altro che campato per aria, anzi probabilmente il maggiore indiziato: Thiago Motta.
È vero, alla Juventus ha fatto vedere il peggio di sé, un ego smisurato e un carattere difficile che lo hanno portato a scontrarsi praticamente con 3/4 di spogliatoio (e siamo teneri), ma come profilo – allenatore giovane, preparato, non troppo costoso (seppur esigente sul mercato e non solo) e che conosce bene l’ambiente – rientrerebbe alla perfezione nella nuova linea societaria.
Almeno fino alla fallimentare esperienza in bianconero, inoltre, l’italo-brasiliano era molto stimato (lo sarà ancora) quantomeno da Ausilio. Non a caso Motta (146 panchine in A) fu l’indiziato numero uno a sostituire Inzaghi al termine della stagione 2022/2023, poi il piacentino conquistò agevolmente la Champions arrivando fino alla finale di Istanbul e blindò la sua panchina.