Arriva il derby d’Italia, sfida suggestiva fra visioni del calcio quasi opposte e fra campioni che hanno fatto la storia dello sport
Il termine fu coniato nel 1967 da Gianni Brera, grande giornalista. Per descrivere la storica rivalità tra nerazzurri e bianconeri, Brera parlò di un derby nazionale. A quel tempo Inter e Juve erano le squadre più titolate e tifate d’Italia. La Juventus ne contava dodici, mentre l’Inter aveva appena conquistato la prima stella.
E si è sempre trattato di una vera e propria sfida nazionale, un’opposizione storica fra squadre che si sono sempre date battaglia. Poi, nel tempo, molti tifosi rossoneri e anche dei dirigenti milanisti hanno contestato quella definizione breriana. Adriano Galliani, per esempio, ha parecchie volte sostenuto che il vero derby d’Italia dovrebbe essere Juventus-Milan. Quello fra la squadra che ha vinto più titoli nazionali e la squadra che ha vinto più Champions.
Anche Lapo Elkann, per pungere gli interisti, disse che il vero derby, per gli juventini, è quello contro il Milan. La storia ci dice però che la rivalità storica fra Inter e Juve non si è mai arrestata. Le due squadre si sono combattute e odiate anche quando la Juve era in Serie B, tanto per dire. E il meglio del calcio in Italia è passato appunto per derby d’Italia. Platini da una parte e Ronaldo il Fenomeno dall’altra. Lippi contro Mourihno, Scirea opposto a Facchetti.
Si potrebbe per esempio giocare a formare una top 11 di Juve-Inter. E così dar vita a una due delle formazioni più forti di sempre. Per la Juve il dubbio amletico parte già dal ruolo del portiere: meglio Dino Zoff o Gigi Buffon? Forse Buffon è più identificativo per i colori bianconeri. Per l’Inter, sono tre i portieroni storici da citare: Sarti, dell’Inter di Herrera, Zenga e Cesar, il numero 1 del Triplete. Per una questione di interismo e non di tecnica, facciamo il nome di Zenga.
Juve-Inter, se si sfidassero le top 11 assolute
In difesa, per i bianconeri non si può mettere in panchina gente come Gentile e Cabrini terzini. E i centrali? Un posto va obbligatoriamente a Scirea. L’altro se lo contendono Chiellini, Ferrara, Thuram e Cannavaro. Sempre per storia, concediamo la maglia a Chiellini. Per l’Inter, a destra c’è Javier Zanetti. A sinistra va Facchetti. Come centrali mettiamo Samuel e Bergomi (che in carriera ha giocato pure centrale).
Le cose si fanno ancora più complicate per il centrocampo. Nella Juve, una mediana a tre potrebbe essere composta da Tardelli, Pirlo e Nedved. Per i nerazzurri, Matthaus, Suarez e Oriali potrebbero opporsi garantendo qualità e corsa. Poi ci vuole un trequartista. Nella Juve, ammettiamolo, ci sarebbe proprio l’imbarazzo della scelta. Ma non si può far altro che dar spazio a Platini, anche se a discapito di gente come Zidane e Baggio prime. Sulla trequarti nerazzurra va schierato Mazzola.
E in attacco? Le due punte della Juve potrebbero essere Boniperti e Bettega (con i panchina due fra Trezeguet, Ibra, Paolo Rossi, Tevez, Vialli e CR7). Per l’Inter, in attacco accanto a Ronaldo il Fenomeno potrebbe giocare Rummenigge. Lasciando in panchina leggende come Corso, Vieri e Milito. In panchina, per la Juve l’allenatore simbolo non può essere altri che Lippi. Per l’Inter, la sfida è fra Herrera e Mourinho, ma dato che il portoghese ha vinto il Triplete diamo a lui l’onere di allenare il dream-team.
E voi? Che formazione immaginereste? E chi vincerebbe? La Juventus che trasuda rigore, pragmatismo e classe o la pazza e imprevedibile Inter? Se la partita si giocasse sul piano tattico, la formazione di Lippi, sulla carta più equilibrata, potrebbe anche prevalere. Buttandola sulle emozioni e sulla tensione nervosa, non ci sarebbe gara: Mazzola metterebbe in crisi Platini e Ronaldo terrorizzerebbe Buffon.