Il mercato dell’Inter continua a far discutere mentre si moltiplicano le voci su Oaktree e la vendita dell’Inter: Chivu spalle al muro
Il clima intorno all’Inter si rivela tra la sfiducia e l’angustia di una squadra obbligata a fare sempre bene e a lottare per i massimi obiettivi. La sconfitta contro la Juve ha fatto riemergere tanti dubbi relativi la gestione della squadra, tanto che a metà settembre in tanti hanno già iniziato a ipotizzare l’esonero di Cristian Chivu, senza reali dati a supporto.
All’esordio in Champions League, in vista di una partita affascinante come quella contro l’Ajax, la sensazione è che non si possa già più sbagliare e che senza i tre punti si debba convivere con un disfattismo generale difficile da cancellare. Nonostante le prestazioni ci siano state, si parla di un’Inter totalmente diversa e rivoluzionata.
C’è chi spinge un passaggio alla difesa a 4, chi un modulo più offensivo, chi addirittura vorrebbe stabilmente in panchina colonne del gruppo come Lautaro e Barella.
Sicuramente c’è stata una frattura sul mercato dell’Inter. A parte Sucic e i subentri di Bonny, finora i nuovi arrivati sono stati impiegati poco o zero e non si capisce chi davvero abbia richiesto il loro acquisto. Nella nuova Inter il fallimento è una chimera dietro l’angolo: la rivoluzione dovrà essere rischiosa e puntare anche su elementi come Luis Henrique, Esposito e Diouf su cui la società ha deciso di puntare con forza.
La sensazione è che sul mercato servissero nuovi titolari, non solo giovani da far crescere alle spalle di un gruppo che fa fatica a trovare continuità, prestazioni e solidità.
Mercato Inter, la chimera di Oaktree: vende o arriva un top
Uno o due top player avrebbero risollevato la situazione, dato nuova linfa al gruppo e motivazioni per mantenere il posto. Ma è anche una questione di ritmo, di imprevedibilità e della capacità di saltare l’uomo uno contro uno, per poi determinare.
Oaktree ha lanciato una linea ben precisa che poco c’entra con la volontà di vincere subito e ripropone piuttosto un modello giovane di crescita. Inserire elementi in grado di aumentare la loro valutazione è una priorità che Marotta e Ausilio vogliono mantenere come una stella polare. Ma sul campo serve anche altro.
La possibilità di un altro passaggio di mano, intanto, resta concreta. Fondi arabi, americani e da tutto il Golfo Persico restano alla finestra, pronti alle loro mosse e accettando una valutazione da 1,5 miliardi di euro – previa nuovo stadio.
Insomma, l’incubo di Chivu si materializza tra l’obbligo di dover portare in campo una squadra diversa con gli stessi uomini, un mercato insufficiente per farlo e una società che pare sempre di transizione. Pur non essendolo mai davvero. In questo clima, il progetto diventa una parola abusata e poco concreta.
Un termine che passa solo dall’anagrafica di chi è arrivato. Il tecnico dovrà ritrovare fase difensiva, energia nel gruppo e parare i colpi. Ora serve vincere, visione o no che sia, altrimenti non ci sarà il tempo di pensare al futuro.