Acerbi da bridivi, svela cosa è successo a Monaco: “Qualche scoria addosso”

I campioni non cercano alibi, ma sanno ben interpretare il peso di certe sconfitte. Una ricostruzione del disastro di Monaco arriva dal centrale nerazzurro

Dopo il 5-0 subito in finale di Champions i giocatori dell’Inter non hanno potuto far altro che riconoscere la superiorità del PSG. Qualcuno ha parlato però più apertamente della fatica mentale e fisica accumulata durante una stagione fitta di impegni e costellata di delusioni.

Acerbi dopo PSG-Inter
Acerbi si confessa, svela cosa è successo a Monaco: “Qualche scoria addosso” (LaPresse) – Interlive.it

Se quella maledetta finale fosse andata diversamente, Francesco Acerbi sarebbe di certo stato ricordato come l’uomo che, a trentacinque anni suonati, era riuscito guidare l’Inter verso un meraviglioso traguardo. E per tutta l’estate i tifosi avrebbero evitato di invocare un ricambio in difesa.

Spesso si sottovaluta la forza dell’esperienza e del cuore. Acerbi, avendo superato tanti momenti difficili, saprà però guardare oltre la delusione e il risultato umiliante, conscio di essere ancora un professionista in grado di aiutare la squadra. Con il suo carattere, la sua tenacia e la sua serietà.

L’Inter, anche quest’anno, ha deciso di affidarsi a un manipolo di veterani per affrontare una stagione che si preannuncia difficile. E tra questi c’è ovviamente Acerbi, un uomo che ha già combattuto tante guerre: la malattia, le critiche, le panchine, le polemiche. Un ragazzo passionale ma anche saggio.

Acerbi e il ricordo della sconfitta in Champions contro il PSG

Quando è arrivato all’Inter sembrava un giocatore finito o quasi. Oggi, invece, è un simbolo di solidità. Anche durante la scorsa stagione, nonostante qualche acciacco e qualche errore di troppo nella gestione del reparto, Acerbi ha giocato con la consueta dedizione. Non ha mai tirato la gamba indietro e non si è mai arreso al ruolo di ripiego.

Francesco Acerbi
Acerbi e il ricordo della sconfitta in Champions contro il PSG (AnsaFoto) – interlive.it

Poi è arrivata la Champions. E l’Inter, contro ogni pronostico, si è fatta di nuovo largo fino alla finale. Acerbi è l’uomo dell’impresa contro il Barça, del goal da atraccante segnato allo scadere per pareggiare. Poi è arrivato il PSG, e anche Acerbi ha sofferto in campo, macchiandosi di errori e disattenzioni evitabili.

Francesco Acerbi ha di recente pubblicato una biografia intitolata Io, guerriero. E in questo libro racconta anche la dolorosa finale di Champions League persa contro il Paris Saint-Germain per 5-0, il 31 maggio 2025 a Monaco di Baviera.

In quell’istante ho pensato a tutto quello che avevo vissuto“, ha raccontato il centrale. “Alla Lazio, al Sassuolo, alla malattia, al primo goal in Champions, alle vittorie, alle sconfitte. Tutta la mia carriera racchiusa in un secondo.

Sull’epilogo della finale, Acerbi è stato lucido: “Il calcio, purtroppo, non regala nulla. In finale ci siamo andati, sì. Ma l’epilogo non è stato quello che sognavamo. Loro sono stati più lucidi, più cinici, più bravi di noi“.

Le scorie lasciate dalla sconfitta

Quello che so è che non ho nulla da rimproverarmi“, si legge nell’autobiografia. “Non io, non noi. Abbiamo dato tutto. E arrivare per due volte in tre anni a giocarsi una finale di Champions con questa maglia, in mezzo a mille difficoltà, è un orgoglio che nessuno potrà togliermi. Nemmeno una sconfitta in finale…

Acerbi vs Vlahovic
Le scorie lasciate dalla sconfitta (AnsaFoto) – interlive.it

Acerbi definisce l’ultima stagione come “logorante”. Aggiunge che in finale i nerazzurri erano bloccati fisicamente e mentalmente. Qualcosa è andato storto tatticamente, i giocatori erano contratti incapaci di reagire. E tensione avrà di certo giocato un ruolo importante.

E c’è un passaggio chiave, riportato in varie interviste e anticipazioni editoriali, che serve a capire cosa resta di quella sconfitta: “Quella sera mi ha lasciato delle scorie. Non tanto per il risultato, ma per come è arrivato. Per l’impotenza, per la sensazione di non essere riusciti nemmeno a provarci davvero. Quelle sono le cose che ti restano dentro“.

Resta dunque il dolore sportivo, sotto forma di una sorta di contaminazione emotiva. A far male non è la sconfitta in sé ma il modo in cui è maturata. L’Inter è stata travolta, e quella sconfitta ora è un’eredità mentale difficile da smaltire. Acerbi lo ammette con chiarezza. Ed è un primo passo per poter superare davvero quelle “scorie”.

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