La vendita di San Siro a Inter e Milan ora è realtà dopo il voto di delibera della cessione: cosa succede ora, i tempi e i dettagli sul futuro
Inter e Milan hanno bisogno di un nuovo stadio. Questo è quello che da tempo si sapeva riguardo la possibilità per le due big meneghine di avere un nuovo impianto di proprietà e superare San Siro.

Il dibattito è ancora aperto e lo sarà sempre su come vadano gestiti luoghi così storici e emozionanti per la collettività. Dal punto di vista economico e finanziario, però, Marotta aveva spiegato molto bene come si dovesse guardare oltre per guardare ai ricavi e a un futuro più sereno per tenere il passo delle altre big europee.
Queste motivazioni hanno portato a una lunga battaglia politica che è sfociata ieri nel voto della delibera della vendita dello stadio Meazza in San Siro a Inter e Milan. Il voto si è verificato a notte fonda e si è concluso con 24 sì, 20 no e nessun astenuto. È risultata decisiva la posizione di Forza Italia che – tranne un dissidente – non si è presentata alla discussione.
UFFICIALE la vendita di San Siro: i prossimi passi
Filtra soddisfazione dall’Inter per come sono andate le cose e un eventuale freno avrebbe portato gravi conseguenze, come ad esempio il ricorso ad altri comuni per costruire il nuovo stadio. Così non sarà, e le due big italiane si sono già rivolte a prestigiosi studi di architettura per portare avanti il progetto.
Come si legge nel comunicato ufficiale dell’Inter, “il nuovo impianto sarà un’icona mondiale” del calcio. Dovrebbe sorgere nell’attuale area parcheggi del Meazza e la prima partita potrebbe giocarsi nel 2031. Nel frattempo, Inter e Milan andranno avanti a San Siro, che verrà abbattuto nei dodici mesi successivi la costruzione del nuovo stadio.
Questo vuol dire che per quel lasso di tempo si andrà avanti con due impianti vicinissimi, segno del passato glorioso e del futuro a cui bisogna guardare. Tutto filerà liscio, dunque? Non proprio, perché la mobilitazione per evitare di abbattere San Siro andrà avanti con forza, tanto che sono attesi tanti ricorsi nei prossimi mesi per bloccare il progetto. E vedremo anche in quel caso chi avrà la meglio e cosa decideranno le aule dei tribunali.