Il fattore psicologico e i 3 giocatori del Napoli che hanno affossato l’Inter

Ancora una volta la squadra di Chivu è mancata sul piano mentale: rilevante l’uscita di scena di Mkhitaryan. La mossa Neres e il metodo Conte

Il rigore inesistente ha condizionato la partita, chi lo nega è accecato dal tifo o è in malafede, ma l’Inter ha perso col Napoli perché è mancata sul piano mentale. Una grande squadra dovrebbe sapere gestire il contraccolpo psicologico, l’episodio avverso che in partite così equilibrate ci sono quasi sempre.

Napoli-Inter: Anguissa realizza il momentaneo 2-0
Il fattore psicologico e i 3 giocatori del Napoli che hanno affossato l’Inter (LaPresse) – Interlive.it

Contraccolpo psicologico

Come a Torino con la Juve e in casa con l’Udinese, ovvero nelle altre due partite da cui è uscita sconfitta, l’Inter è stata un po’ sfortunata nonché incapace di gestire le emozioni, il momento di una partita che aveva cominciato con buon’ordine andando però subito in difficoltà sui contrasti e sulle seconde palle. Il Napoli si è racchiuso in poco più di 30 metri (32.38 la lunghezza media nel 1° tempo), andando sempre forte e deciso su ogni pallone in verticale o in profondità.

Neres contro Dimarco in Napoli-Inter
Il contraccolpo psicologico e le armi di Conte (LaPresse) – Interlive.it

Armi Milinkovic e Anguissa (oltre a Neres)

Conte ha bloccato subito le fonti di gioco, nella fattispecie le corsie esterne oltre ad altre, come lo Bonny depotenziato da uno straordinario Juan Jesus. Dimarco si è visto di rado, Dumfries non ha quasi mai sfondato. Ma le vere ‘armi’ del Napoli sono state Neres, Anguissa e Milinkovic-Savic.

Il primo, schierato da falso nueve al posto dell’infortunato Hojlund, non ha dato riferimenti alla difesa interista, Acerbi temeva l’uno contro uno e ha corso tanto (11.203 km secondo i dati della Lega: è il nerazzurro che ha corso di più) e frenato anche i laterali perché il brasiliano ben oscillava da una parte all’altra, soprattutto sulla sua destra.

Quasi tutti si aspettavano l’impiego di Lucca al centro dell’attacco in sostituzione del danese, ma Conte ha spiegato in poche e chiare parole il perché della scelta Neres: “Tra i loro difensori, che sono tutti grossi, Lucca sarebbe stato chiuso”. In effetti la vita per Acerbi, Akanji e Bastoni sarebbe stata molto più semplice con un pennellone al centro dell’attacco: non l’avrebbe toccata mai.

In mezzo al campo il Napoli ha marcato quasi a uomo: McTominay su Barella, Anguissa su Mkhitaryan e poi su Zielinski. La vera differenza, gran gol dello scozzese a parte, l’ha fatta il camerunese. Ogni pallone, grazie anche alla sua fisicità che in Italia fa la differenza, era suo. Due dati significativi:

  • 9 recuperi;
  • 85% dei passaggi riusciti.

Per il Napoli, è stato un giocatore chiave. Non a caso è stato premiato come il miglior giocatore della partita.

Anguissa col premio di Player of the Match
Anguissa giocatore chiave di Conte (LaPresse) – Interlive.it

A Neres e Anguissa si può, anzi si deve aggiungere Milinkovic-Savic. In questa prima fetta di stagione, uno dei punti di forza dell’Inter di Chivu è stato il pressing ultra offensivo, la capacità di recupero palla in zona altissima. La prima occasione della partita, sprecata poi da Lautaro, nasce proprio da una aggressione nella metà campo del Napoli.

Per limitare i danni, Conte si è affidato al portiere serbo che in Serie A è quello con il lancio più lungo. Dalla sua area fino – quasi – a quella di Sommer, così da bypassare il pressing interista. Milinkovic-Savic risulta essere il giocatore del Napoli con l’indice di verticalità più alto (4.2), il quale viene “calcolato solo se il passaggio è andato a buon fine”.

Metodo Conte

Reduce da due sconfitte pesanti, a Eindhoven una figuraccia internazionale che mette in salita il cammino in Champions del Napoli, Conte ha saputo usare tutta la sua astuzia ed esperienza per battere l’Inter, “venuta al Maradona per ammazzarci”.

Conte contro Lautaro durante Napoli-Inter
Il metodo Conte (LaPresse) – Interlive.it

Oltre alle mosse tattiche, nel momento di grossa difficoltà – per intenderci, dopo il rigore trasformato da Calhanoglu che per qualche minuto ha riaperto la gara – ha provato a buttarla in vacca, provocando e innervosendo i giocatori dell’Inter.

Un modo anche per spezzare il gioco, quell’inerzia che sembrava rispostarsi in favore dell’undici di Chivu. Il metodo Conte, simile a quello di Mourinho e altri allenatori caratteriali, ha funzionato.

Tegola Mkhitaryan

Oltre al danno, la beffa. Non è stato un tema, ma non sorprende, l‘uscita di scena anticipata di Mkhitaryan. Si è fatto male nel duello con Di Lorenzo che l’assistente Bindoni e non l’arbitro Mariani (questo è a dir poco incredibile) ha punito con il calcio di rigore in favore dei padroni di casa.

Mkhitaryan in Napoli-Inter
Tegola Mkhitaryan (LaPresse) – Interlive.it

Per l’armeno problema ai flessori della coscia sinistra da valutare con esami probabilmente nella giornata di domani: rischia uno stop fino alla prossima sosta di novembre, con rientro in prossimità del derby col Milan.

Col Napoli, e vedremo per quante altre partite, Chivu ha perso subito forse l’unico giocatore in grado di uscire e far uscire la squadra da situazioni difficili. Ha giocato solo mezz’ora, eppure è il calciatore dell’Inter con l’indice rischio passaggio, che “misura la propensione del giocatore a rischiare la giocata”, più alto (31,25%) di tutti.

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