Inter, Amarcord nerazzurro: Angelillo e un record imbattibile

Angelillo

AMARCORD INTER ANGELILLO / Ottavo appuntamento con la rubrica di Interlive.it ‘Amarcord Nerazzurro’. Siamo arrivati al 1957 e quell’estate arrivarono in Italia tre giocatori argentini che si dividirenno e finiranno in tre squadre diverse: Bologna, Inter e Juventus. Naturalmente noi ci occuperemo di colui che si accasò con i colori nerazzurri, ovvero Antonio Valentin Angelillo.

Inter, Angelillo e un record imbattibile

Nasce a Buenes Aires il 5 settembre 1937 e già nel 1952 è in campo con l’Arsenal de Avallol. Tre anni dopo giocherà nel Racing di Avellaneda, per poi essere subito preso l’anno successivo dal Boca Juniors. In quella stagione realizzerà 16 reti in 34 partite, guadagnandosi la convocazione con la nazionale per la Coppa America in Perù. L’Albiceleste vinse quella manifestazione e il giovane attaccante si mise in luce segnando 8 gol e portando la sua squadra a trionfare nel torneo con 10 punti davanti al Brasile con 8. Il nuovo presidente dell’Inter Angelo Moratti non se lo fece sfuggire e lo portò a Milano. Nel campionato 1957/58, il nuovo arrivato aveva come compagni di reparto Benito Lorenzi e Lennart Skoglund che ormai erano a fine carriera e l’Inter si dovette accontentare di un nono posto. Angelillo fu autore di solo 16 reti, perché per lui ambientarsi nella nuova squadra non fu per nulla semplice. Il presidente Angelo Moratti pensò di aver commesso un errore ad investire così tanto per quel giocatore che sembrava così talentuoso.

Però nel campionato successivo le preoccupazioni del dirigente nerazzurro sparirono, visto che sin da subito l’attaccante segnò a ripetizione anche se alla fine del campionato la squadra nerazzurra si dovette accontentare di un terzo posto dietro a Milan e Fiorentina. Per l’Inter quindi, nonostante avesse pareggiato per 1-1 il derby di andata con gol di Angelillo in risposta ad Altafini e vinto quello di ritorno 1-0 grazie al gol di Firmani, fu un’annata abbastanza avara di soddisfazioni. L’unico giocatore felice fu Angelillo, che in quell’anno riuscì a raggiungere l’incredibile cifra, tuttora imbattuta per i campionati a 18 squadre, di 33 reti in 33 partite, alla fine della stagione furono 38 aggiungendo i 3 gol in coppa Italia e due nelle coppe europee. Nel campionato 1959/60 il bellissimo exploit dell’anno precedente non solo non fu migliorato, ma forse anche per certe frequentazioni notturne: l’attaccante si dovette accontentare di 11 reti e l’Inter chiuse mestamente al quarto posto. L’anno successivo è l’ultimo in nerazzurro per il calciatore argentino, l’arrivo di Helenio Herrera e le sue continue nottate insieme alla ballerina Ilya Lopez, nome d’arte di Attilia Tironi, non piacciono molto al tecnico argentino. Il campionato 1960/61 inizia subito molto bene per la squadra nerazzurra: 18 gol segnati e due subiti nelle prime quattro giornate di campionato, poi due pareggi con Lazio e Lecco e soprattutto la sconfitta di Padova rovinano l’idillio. Il tecnico decide di inserire il libero Picchi nella formazione, ma così facendo deve escludere un giocatore. Il tecnico stava meditando di escludere l’attaccante dalla rosa titolare, ma doveva trovare un pretesto valido visto la valenza che il calciatore aveva sia all’interno della squadra, che nel cuore dei tifosi. La decisione è difficile, ma è lo stesso Angelillo ad auto escludersi scendendo a Brescia dal treno che riportava la squadra dalla città veneta dopo la sconfitta. A Brescia abitava Ilya Lopez e il mago si trovò una bella scusa su un piatto d’argento. In quel campionato Antonio Valentin Angelillo collezionò solo 15 gettoni di presenza segnando 8 reti e al termine della stagione venne ceduto alla Roma.

Il campionato 1960/61 vide l’Inter terminare al tezo posto dietro a Juventus e Milan e i due derby stracittadini finirono con una vittoria per parte: all’andata vinse l’Inter grazie al gol di Picchi, per la felicità di Herrera che decise proprio in quella partita di farlo giocare da libero, mentre al ritorno vinse il Milan 2-1 grazie ai gol di Altafini e Liedholm, a nulla valse il gol di Lindskog. Al termine del campionato Helenio Herrera convinse Angelo Moratti ad accettare l’offerta della Roma di 270 milioni di lire per Angelillo e a reinvestire i soldi per portare a Milano il calciatore del Barcellona Luisito Suarez. Nei quattro anni in nerazzurro Antonio Valentin Angelillo ha disputato 133 partite in campionato segnando 68 reti, 8 partite nelle coppe nazionali con 5 reti e 6 incontri nelle coppe europee con 4 reti. Al termine della sua carriera nel 1969, il suo curriculum parla di 318 partite in serie A con 122 reti, 28 presenze nelle coppa nazionale restando però fermo alle 5 reti in nerazzurro e 37 presenze nelle coppe europee con 10 reti. Finita la carriera di giocatore, inizia a fare la gavetta come allenatore accettando qualsiasi squadra, ma le sue soddisfazioni se le toglierà soprattutto con l’Arezzo portandolo dalla serie C alla serie B e innamorandosi sia della città sia di una ragazza toscana con cui è stato sposato da quasi 40 anni. Proprio mentre venivano scritte queste righe in suo ricordo, è giunta la triste e inaspettata notizia: il 5 gennaio 2017 Antonio Valentin Angelillo ha raggiunto Omar Sivori nel settimo cielo dei campioni dello sport più amato d’Italia. L’ex calciatore si è spento nell’ospedale di Siena e la famiglia ha informato dell’accaduto, per questioni di riservatezza, soltanto il giorno successivo. Angelillo è stato in nerazzurro solo per quattro anni, dando tuttavia grandi gioie al popolo nerazzurro con i suoi splendidi gol che, se magari non sono serviti per vincere un trofeo, rimarranno indelebili nella gloriosa storia dell’Inter insieme al tuo record.

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