Gli ‘amici’ di Suning e un’Inter sempre più indebitata

Inter
Steven Zhang (Getty Images)

Fanno ridere, se non piangere le leccate di c**o a Suning di questi giorni o come vengono dette/scritte certe notizie in relazione al futuro dell’Inter e all’enorme incertezza che regna ormai da mesi in casa nerazzurra. Per la serie, meglio non urtare la sensibilità del padrone o del tifoso coi prosciutti davanti agli occhi, il che è anche peggio. Gli Zhang, spariti dal mondo Inter fatto salvo qualche segno di vita social, cuoricino, like o note fredde all’Ansa, hanno insomma trovato il modo per rimanere al timone del club. Tirati fuori i soldi di tasca loro? Macché, un altro prestito dalla banca d’affari amica, ovvero Goldman Sachs: qualcosa come 240 milioni di euro utile a rispettare le scadenze tra stipendi arretrati e pagamenti verso altre società, vedi la prima rata di Hakimi.

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E così l’Inter resta a galla, sempre più indebitata. L’ultima stima de ‘La Gazzetta dello Sport’, giornale amicissimo della ‘comunicazione’ nerazzurra tanto da spendersi in una difesa ‘stoica’ di Suning mentre la stessa aveva cominciato a non pagare più sia in Cina – lo Jiangsu fatto sparire dall’oggi al domani, mandando a casa un sacco di lavoratori oltre che calciatori e staff, puzza di vergogna – che in Italia, è di 630,1 milioni di euro, rifinanziati con bond (ce n’è uno da 300 milioni e passa che scade l’anno prossimo) dalla stessa proprietà cinese. L’Era Suning sta per terminare ma questa fine rischia di essere troppo lunga e peggiorare la situazione economico-finanziaria del club. Che non può sparire come lo Jiangsu, ma certamente ridimensionarsi ed essere davvero costretto a più di un ‘sacrificio’ sul mercato, che i venditori di fumo, gli amici di Suning and communication e dei nuovi padroni venderebbero come qualcosa di bello e straordinario. Il rilancio dell’Inter.

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