Inter, lunga intervista all’ex presidente Massimo Moratti che spiega sia la situazione attuale della società nerazzurra, sia l’azionariato popolare che sta provando a fare Cottarelli. Inoltre ha ricordato anche le passate dirigenze sue e di suo padre
INTER MORATTI INTERVISTA/ L’ex presidente dell‘Inter Massimo Moratti, ha voluto dare la sua opinione sulla sua ex squadra intervistato da ‘Il Fatto Quotidiano’ e ne ha approfittato per parlare del passato suo e di suo padre, nel club meneghino. Gli hanno chiesto, se è preoccupato della situazione attuale e lui ha spiegato: “Sì, la preoccupazione c’è per forza. Questi signori sono arrivati e hanno speso e costruito una grande squadra. Deve essere successo qualcosa di grave in Cina. Li hanno obbligati a mollare le attività. Steven Zhang vuole mantenere il passo, ma per quanto tempo?” Gli hanno domandato un parere sull’azionariato popolare creato da Cottarelli e lui ha detto: “Credo che ci siano tanti tifosi interisti ricchi, che poi ci mettano soldi è difficile. E poi la quantità di soldi… Iniziative così ci sono anche in Germania e Spagna ma hanno una nascita politica e storica diversa. Le cifre di cui l’Inter ha bisogno non si raggiungono facilmente con queste organizzazioni. Lo prendo come un atto di buona volontà”. Naturalmente gli hanno domandato un parere sulla Superlega e lui ha spiegato: “Se è una via d’uscita lo è solo per poche squadre, cioè per chi partecipa. Se ne parla da anni, non è una novità. Non capisco come mai sia partita e finita così male, se anche volessero ripresentarla, adesso sarebbe molto più difficile“. Gli hanno chiesto se è vero che la sua famiglia amava avere un rapporto speciale con i calciatori e lui ha detto: “Forse più ai tempi del mio papà. Alcuni calciatori mi chiamavano papà e la cosa non mi andava (ride, ndr). Lo facevano soprattutto Materazzi ed Eto’o, erano affettuosi”. I calciatori ormai sono giovani e soprattutto ricchissimi, come si fa a convincerli a fare una vita da atleta e lui ha risposto: “Faccio fatica a limitare la libertà degli altri. cercavamo di farli sentire responsabili verso i tifosi“. Una domanda che esula dal calcio, ma che riguarda la Saras la società di famiglia e come se la immagina tra 10 anni e lui ha dichiarato: “Io credo che adesso ci sia un mondo da costruire e di questo si ha paura, sul nuovo bisogna avere un coraggio notevole. Durante la pandemia, la crisi porta ad essere conservatori e invece adesso ci si è buttati totalmente sul nuovo, specialmente nell’ambito dell’energia. Ci saranno grandi trasformazioni“. Per tutte le altre news sui nerazzurri e non solo CLICCA QUI.
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Questione stadio, avrebbe voluto comprare o abbattere il Meazza e lui ha risposto: “Avrei voluto comprarlo e renderlo moderno. la gente va allo stadio per la partita, in fin dei conti si va lì con uno scopo preciso e San Siro è il migliore per questo”. Gli hanno domandato, se teme che il Covid possa ridimensionare il calcio e lui ha detto: “Credo di sì, l’unica strada è quella se non inventano altri tornei. Bisogna limitare i compensi”. Una domanda sulla questione Conte e sul suo addio e l’ex patron ha spiegato: “Mancanza di sfida e di attaccamento, anche se è un professionista serio e ha fatto benissimo. Ma ha una forte mancanza di attaccamento“. L’ultima domanda ha riguardato Alvaro Recoba e gli hanno chiesto, come mai molti pensano che sia stato il suo calciatore preferito e lui ha detto: “Recoba era il più sorprendente, di Ronaldo sapevi quanto fosse fantastico. La persona che mi ha venduto Recoba mi disse, alla prima partita farà cadere lo stadio e contro il Brescia andò così. Poi era un po’ pigro”.