La storia del pastorello Davide che, armato di una fionda, uccide lo spaventoso gigante Golia e diventa re di Israele è un mito che raramente è possibile applicare al calcio
In Champions League, Golia si chiama Manchester City, e l’Inter fa la parte del povero Davide. Il club inglese vanta la rosa più preziosa d’Europa. Il valore stimato supera il miliardo di euro. In pratica, il doppio rispetto all’Inter, che può vantare un valore tecnico di circa 534 milioni di euro.
Il gigante Golia, alla fine, fu battuto da Davide. E sulla carta non è impossibile che la storia biblica si ripeta. Ovviamente, i tifosi interisti sperano che la conferma arrivi presto, nella finale di Champions. D’altra parte, il City arabo, assieme al Psg qatariota, non ha mai vinto la Champions finora, nonostante tutti i soldi spesi.
Ma quest’anno la differenza tecnica sembra un po’ troppo pronunciata. Da una parte c’è Zhang che non mette un euro sull’Inter da due anni. Dall’altra c’è l’emiro di Abu Dhabi che continua a versare senza limiti liquidi nelle casse del City per comprare tutti i più forti sul mercato.
Zhang preme per la sostenibilità, Mansur bin Zayd Al Nahyan (fondatore di CFC) se ne frega di FFP e di equilibri di bilancio. Anche guardando al monte ingaggi, infatti, non c’è possibilità di confronto. Il Manchester City supera con gli stipendi annuali il tetto dei 186 186 milioni di sterline. Spende ciò oltre 200 milioni di euro per pagare i suoi campioni. L’Inter si ferma a 130.
Davide contro Golia: perché il Manchester City fa così paura
Pep Guardiola è uno degli allenatori più pagati al mondo. Prende 23 milioni di euro all’anno. De Bruyne, poi, ha uno stipendio lordo da 20,8 milioni di sterline. Quindi c’è il norvegese Haaland, che incassa 19,5 milioni di sterline. E chiude il podio Jack Grealish, con 15,6 milioni.
Per l’Inter il più pagato è Lukaku. Prende 12 milioni lordi. Cioè 8,5 milioni di euro netti. Ma senza la sponda favorevole del decreto crescita, che ovviamente abbassa il valore lordo dell’ingaggio, il belga sarebbe rimasto a Londra. Subito dietro c’è Marcelo Brozovic, che ha rinnovato prima della fine dello scorso campionato, e incassa 6 milioni a stagione. Lautaro e Barella ne prendono 5,5 compresi i bonus.
La finale di Istanbul sarà il primo incrocio ufficiale tra Citizens e nerazzurri nelle competizioni UEFA. E vedremo se avrà la meglio la potenza dei milioni o la disperazione degli sfavoriti.
Il grande ex della sfida: Edin Dzeko contro il suo passato
La finalissima di Champions League 2023 riguarda da molto vicino un grande ex. Si tratta, ovviamente, di Edin Dzeko era in campo nel debutto in Champions del Manchester City. Cioè nella partita del 14 settembre 2011 che oppose i Citizens al Napoli all’Etihad.
“Ci vediamo a Istanbul, Manchester City“, ha scritto Dzeko sui suoi social. Il bosniaco conserva un dolce ricordo delle sue stagioni in Inghilterra: lì ha dato il meglio di sé diventando un campione.
Ma anche quest’anno, il Cigno sta dimostrando di essere ancora un giocatore in grado di cambiare le partite. Sono infatti quattordici i goal in stagione, alcuni dei quali pesantissimi, con quattro reti firmate in questa edizione di Champions.
Dzeko ha giocato quattro stagioni e mezza all’Etihad. Fu pagato 37 milioni di euro (versati al Wolfsburg) e fu fortemente voluto da Mancini. L’annata migliore per il Cigno fu quella del 2011/12 quando firmò quattordici reti in Premier e cinque goal nelle coppe. Insieme a lui in attacco giocava gente come Aguero, Tevez e Mario Balotelli… Golia, allora, era già spaventoso, ma non come oggi.