Djorkaeff: “Gli altri sono campioni ma di Fenomeno ce n’era uno solo”

Inter, l’ex attaccante Youri Djorkaeff è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport sia per dare un’opinione sulla sua ex squadra sia per parlare del suo passato con la maglia nerazzurra con la quale è stato protagonista insieme al Fenomeno

Inter, Djorkaeff ©Getty Images

INTER DJORKAEFF INTERVISTA/ L’ex attaccante dell’Inter Youri Djorkaeff, è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport per ricordare sia il suo periodo in nerazzurro, che il presente della squadra milanese. Gli hanno domandato, se torna ogni tanto nella città lombarda e lui ha spiegato: “Ci torno spesso perché è una città bellissima, mi è entrata nel cuore sin da subito. Avevo casa in centro, mi è sempre piaciuto tutto: la gente, il cibo, la vitalità. Lì sono nati due miei figli, poi c’è San Siro con i suoi tifosi… è la mia città preferita“. In merito allo stadio che lo ha visto per anni protagonista, gli hanno fatto sapere che c’è un progetto che prevede la costruzione di un nuovo impianto e la demolizione del vecchio e lui ha detto: “Mi dispiacerebbe non vedere più quella ‘cattedrale‘, ma penso sia giusto che Milano abbia uno stadio con tutti i comfort degli impianti più moderni. San Siro ha bisogno di una nuova renaissance: in futuro magari sarà diverso, ma rimarrà uno stadio mitico”. Gli hanno chiesto se riesce a vedere ancora le partite della sua ex squadra e a seguirla e lui ha risposto: “Sì, ma ultimamente non riesco a guardare le partite senza pubblico: dopo 15 minuti cambio canale, il calcio senza tifosi mi annoia. Quanto all’Inter, è importante che cominci a mettere le fondamenta per un progetto vincente, che si costruisce in 2-3 anni. E c’è bisogno che tutti remino nella stessa direzione. Ci vuole tempo, che nessuno nel calcio sembra avere”. Gli hanno domandato un parere su Antonio Conte allenatore della sua ex squadra e lui ha detto: “All’inizio ne ho criticato la scelta, ma quando io sono andato via all’Inter è arrivato Lippi, quindi… penso però stia facendo un buon lavoro, e questo è l’importante”.

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Gli hanno chiesto, visto i tanti campioni con cui ha avuto la fortuna di giocare, quale sia stato il migliore tra Ronaldo, Baggio, Zidane per citarne solo alcuni e lui ha dichiarato: “Ronie, non a caso il suo soprannome era il Fenomeno. Era il più forte in un momento in cui, in Italia, giocavano tutti i migliori. Ha cambiato il calcio, era un centravanti che arretrava per prendere palla, ma andava anche sulla fascia a crossare. E poi si divertiva, ha sempre visto il calcio come un gioco. Gli altri sono grandi campioni, il fenomeno è solo lui”.

 

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