Non arrivano ai 180′ collezionati fin qui dal portiere spagnolo
Chivu non si fida di Bisseck, ma ancor meno di loro due. La bocciatura è evidente, confermata con tanto di timbro ufficiale dalle scelte fatte dal tecnico romeno in questo avvio di stagione. Si può tracciare già una linea dopo 10 partite tra campionato e Champions: basti pensare che in due hanno giocato meno minuti di Josep Martinez.
Il portiere spagnolo è stato in campo per 180′, frutto delle due gare da titolare contro Sassuolo e Cagliari. Luis Henrique e Diouf, sommando i loro minuti, arrivano massimo a 177′. Ecco la prova provata del fatto che, almeno ad oggi, entrambi non vengano considerati da Inter, perlomeno dal loro allenatore e nonostante l’esborso di circa 50 milioni di euro bonus compresi.
Luis Henrique bocciato già al Mondiale
La bocciatura di Luis Henrique è probabilmente arrivata già al Mondiale per Club. Chivu ne parla sempre discretamente bene in conferenza, però poi gli fa vedere il campo solo negli ultimi minuti. Una sola volta, a Cagliari, lo ha schierato titolare, con il brasiliano preso dal Marsiglia che è risultato essere tra i peggiori in campo. Per ora sta avendo ragione la stampa marsigliese, l’Inter lo ha pagato troppo.

Il classe 2001 ha mostrato qualche buono spunto, ma soprattutto grossi limiti tecnici e tattici oltre che una eccessiva timidezza. L’Inter è una grande realtà, le pressioni sono enormi e se non sai reggerle fai fatica ad affermarti. Chi è partito male, tranne pochissime eccezioni, non è mai riuscito a conquistarsi un posto di rilievo se non altrove.
Diouf non è pronto per l’Inter
La bocciatura di Diouf, invece, arriva in allenamento visto che il francese ha collezionato finora solo 26′. È il meno impiegato della rosa escludendo Palacios e Di Gennaro. Chivu lo ha gettato nella mischia solo contro Torino e Cremonese, per giunta quando le due partite erano belle che archiviate.
Avrebbe la fisicità per imporsi nel calcio italiano, tuttavia per quel poco che si è visto non sembra avere una sufficiente intelligenza calcistica per poter contrastare l’intoccabilità di gente come Barella e Calhanoglu, nonché per stare in una big. Gli sarebbe servita e gli servirebbe una tappa intermedia, magari anche in Serie A.